La politica di Ciro il Giovane: severità spietata verso i malfattori, generosità verso i valorosi

La politica di Ciro il Giovane: severità spietata
verso i malfattori, generosità verso i valorosi Senofonte phronemata

οὐ μὲν δὴ οὐδὲ τοῦτ᾽ ἄν τις εἴποι, ὡς τοὺς κακούργους καὶ ἀδίκους εἴα καταγελᾶν, ἀλλὰ ἀφειδέστατα πάντων ἐτιμωρεῖτο· πολλάκις δ᾽ ἦν ἰδεῖν...

Non si potrebbe dire in alcun modo questo, che (permetteva) permettese che i malfattori e disonesti rimanessero impuniti, anzi li puniva (più di tutti) senza risparmiare nessuno; spesso era dato di vedere lungo le strade più frequentate uomini privi delle gambe e delle mani e degli occhi: sotto il governo di Ciro quindi sia un Greco sia un barbaro che non avesse fatto niente di male poteva andare dove voleva, portando con sé ciò che gli pareva.

Era riconosciuto certamente che premiava in modo diverso i valorosi in guerra. Inizialmente era in guerra contro Pisidi e Misi: egli combattendo dunque presso queste regioni quelli che vedeva desiderosi di combattere, questi li nominava comandanti delle regioni che assoggettava, ed in seguito onorava con altri doni, così da essere visibile che riteneva conveniente che i buoni fossero i più felici, e i malvagi fossero schiavi di questi.

Proprio per questo aveva molta abbondanza di coloro che volevano combattere, quando qualcuno pensava che Ciro si fosse accorto (di lui).

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