Le competenze acquisite sono inalienabili (Versione greco Senofonte)

Αἰσχρὸν μέντοι, ὦ νεανία, τὸν βουλόμενον ἐν τῇ πόλει στρατηγεῖν, ἐξὸν τοῦτο μαθεῖν, ἀμελῆσαι αὐτοῦ· καὶ δικαίως ἂν οὗτος ὑπὸ τῆς πόλεως...

"Certo è vergogna, o giovane, che chi (colui che) vuole nella città diventare stratego, pur essendogli possibile apprendere ciò, se ne disinteressi.

E potrebbe giustamente essere punito costui dalla città molto di più di uno che si mettesse a costruire delle statue a prezzo accordato senza aver imparato a realizzare statue (a fare lo scultore). Infatti, poiché l'intero stato nei pericoli di guerra si affida ad un comandante, è verosimile che se costui conduce bene, si verificheranno grandi beni e se sbaglia (si verificheranno) mali. Come, dunque, colui che trascura di imparare questa arte, non sarà giustamente punito quando si adopera per essere eletto?" Dunque, dicendo cose siffatte, lo persuase ad andare a impararla.

Dopo che poi ritornò ammaestrato, lo prese in giro dicendo: "Non vi sembra, o amici, che, come dice Omero che Agamennone era venerando, così anche costui, avendo imparato ad essere comandante, appaia più venerando? E, infatti, come colui che ha imparato a suonar la cetra, anche se non la suona è citarista, e colui che ha imparato a curare (l'arte della medicina), anche se non cura, è ugualmente medico, così anche costui a partire da questo momento continua ad essere comandante anche se nessuno l'abbia eletto.

Chi poi non si è ammaestrato non è né capitano né medico, quantunque sia stato eletto da tutti gli uomini. "

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