Cesare deve fermare Ariovisto (Versione di latino Cesare)

Cesare deve fermare Ariovisto
Autore: Cesare

legati ab Haeduis et a Treveris veniebant: Haedui questum quod Harudes, qui nuper in Galliam transportati essent, fines eorum popularentur:

sese ne obsidibus quidem datis pacem Ariovisti redimere potuisse; Treveri autem, pagos centum Sueborum ad ripas Rheni consedisse, qui Rhemum transire conarentur; his praeesse Nasuam et Cimberium fratres. Quibus rebus Caesar vehementer commotus maturandum sibi existimavit, ne, si nova manus Sueborum cum veteribus copiis Ariovisti sese coniunxisset, minus facile resisti posset. Itaque re frumentaria quam celerrime potuit comparata magnis itineribus ad Ariovistum contendit. Cum tridui viam processisset, nuntiatum est ei Ariovistum cum suis omnibus copiis ad occupandum Vesontionem, quod est oppidum maximum Sequanorum, contendere [triduique viam a suis finibus processisse]. Id ne accideret, magnopere sibi praecavendum Caesar existimabat. Namque omnium rerum quae ad bellum usui erant summa erat in eo oppido facultas, idque natura loci sic muniebatur ut magnam ad ducendum bellum daret facultatem, propterea quod flumen [alduas] Dubis ut circino circumductum paene totum oppidum cingit, reliquum spatium, quod est non amplius pedum MDC, qua flumen intermittit, mons continet magna altitudine, ita ut radices eius montis ex utraque parte ripae fluminis contingant, hunc murus circumdatus arcem efficit et cum oppido coniungit.

Huc Caesar magnis nocturnis diurnisque itineribus contendit occupatoque oppido ibi praesidium conlocat.
Giungevano emissari da parte degli Edui e dei Treveri. Gli Edui si lamentavano che gli Arudi, da poco trasferitisi in Gallia, devastavano il loro territorio: neppure la consegna degli ostaggi era valsa a ottenere la pace da Ariovisto. I Treveri, invece, dicevano che le cento tribù degli Svevi si erano stabilite lungo le rive del Reno e tentavano di attraversarlo; li guidavano i fratelli Nasua e Cimberio. Cesare, fortemente scosso dalle notizie, pensò di dover stringere i tempi per evitare di incontrare maggiore resistenza, se il nuovo gruppo degli Svevi si fosse aggiunto alle precedenti truppe di Ariovisto. Perciò, fatta al più presto provvista di grano, mosse contro Ariovisto forzando le tappe. Dopo tre giorni di marcia gli riferirono che Ariovisto era partito dai suoi territori già da tre giorni e si dirigeva con tutte le truppe verso Vesonzione, la più grande città dei Sequani, per occuparla.

Cesare giudicò di dover impedire a ogni costo che Vesonzione cadesse. Infatti, nella città si trovava, in abbondanza, tutto ciò che serve in guerra; inoltre, era così protetta dalla conformazione naturale, da permettere con facilità le operazioni belliche: il fiume Doubs la circonda quasi completamente, come se il suo corso fosse stato tracciato con un compasso; dove non scorre il fiume, in una zona che si estende per non più di milleseicento piedi, sorge un monte molto elevato, la cui base tocca da entrambi i lati le sponde del Doubs. Un muro circonda il monte, lo unisce alla città e ne fa una roccaforte. Cesare qui si diresse, a marce forzate di giorno e di notte. occupò la città e vi pose un presidio.
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