Cesare ritarda l'attacco

Pompeius, qui castra in colle habebat, ad infimas radices montis aciem instruebat, .... confestimque expeditas copias educit.

Pompeo, che poneva l'accampamento sul colle, schierava l'esercito ai piedi del monte, aspettando sempre, come sembrava, se Cesare si esponesse in una posizione sfavorevole.

Cesare, pensando che Pompeo non poteva essere trascinato in battaglia in alcun modo, ritenne che per sé la migliore tattica di guerra fosse la seguente, ovvero spostare l'accampamento da quel luogo e stare sempre in marcia, mirando a questo: utilizzare, muovendo l'accampamento e toccando luoghi diversi, le migliori occasioni di approvvigionamento e, allo stesso tempo, lungo la marcia, trovare qualche occasione di combattimento e, con marce giornaliere, sfinire l'esercito di Pompeo, disabituato alla fatica.

Stabilite queste cose, già dato il segnale della partenza e smontate le tende, ci si rese conto che poco prima, contrariamente all'abitudine quotidiana, l'esercito di Pompeo s'era allontanato un po' troppo dal vallo, così che sembrava che si potesse combattere in posizione non sfavorevole.

Allora Cesare, quando già l'esercito era alle porte, disse ai suoi: "Per ora dobbiamo rimandare la marcia e pensare al combattimento, come abbiamo sempre desiderato. Siamo pronti a combattere. In futuro non ne ritroveremo facilmente la possibilità", e subito conduce fuori le truppe pronte a combattere.

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