Cesare supera una circostanza critica (Versione di latino Cesare)

Cesare supera una circostanza critica
Autore: Cesare

Tum paucis diebus magna erat facta rerum commutatio ac se fortuna inclinaverat, ut nostri magna inopia necessariarum rerum conflictarentur, illi omnibus abundarent rebus superioresque haberentur.

Caesar eis civitatibus, quae ad eius amicitiam accesserant, quod minor erat frumenti copia, pecus imperabat; calones ad longinquiores civitates dimittebat; ipse praesentem inopiam quibus poterat subsidiis tutabatur.
Haec Afranius Petreiusque et eorum amici pleniora etiam atque uberiora Romam ad suos perscribebant; multa rumor affingebat, ut paene bellum confectum videretur. Quibus litteris nuntiisque Romam perlatis magni domum concursus ad Afranium magnaeque gratulationes fiebant; multi ex Italia ad Cn. Pompeium proficiscebantur, alii, ut principes talem nuntium attulisse, alii ne eventum belli exspectasse aut ex omnibus novissimi venisse viderentur. Cum in his angustiis res esset, atque omnes viae ab Afranianis militibus equitibusque obsiderentur, nec pontes perfici possent, imperat militibus Caesar, ut naves faciant, cuius generis eum superioribus annis usus Britanniae docuerat. Carinae ac prima statumina ex levi materia fiebant; reliquum corpus navium viminibus contextum coriis integebatur. Has perfectas carris iunctis devehit noctu milia passuum a castris XXII militesque his navibus flumen transportat continentemque ripae collem improviso occupat. Hunc celeriter, priusquam ab adversariis sentiatur, communit. Huc legionem postea traicit atque ex utraque parte pontem instituit, biduo perficit.

Ita commeatus et qui frumenti causa processerant tuto ad se recipit et rem frumentariam expedire incipit. Eodem die equitum magnam partem flumen traiecit

Allora in pochi giorni si era verificato un grande cambiamento della situazione e la Sorte era così peggiorata che i nostri lottavano contro la totale mancanza delle cose necessarie, mentre i nemici abbondavano di tutto e si ritenevano superiori. Cesare, dal momento che non vi era abbondanza di frumento, esigeva dalle città alleate bestiame; inviava alle città più lontane addetti al trasporto; ed egli si difendeva dalla carestia presente con i mezzi che poteva. Afranio, Petreio e i loro amici mandavano a Roma ai loro queste notizie, anzi le amplificavano ed esageravano. Le dicerie accrescevano ancora le esagerazioni, sicch? la guerra sembrava essere quasi terminata. Giunte a Roma queste lettere e queste notizie, vi era un grande accorrere alla casa di Afranio e ci si felicitava; molti partivano dall'Italia e andavano da Cn. Pompeo, alcuni per essere i primi a portare tale notizia, altri per non sembrare di avere atteso l'esito della guerra ed essere arrivati ultimi fra tutti. Poiché la situazione era così difficile tutte le vie erano occupate dai soldati e dai cavalieri di Afranio e non potevano essere ricostruiti i ponti, Cesare ordina ai soldati di costruire navi simili a quelle che l’esperienza in Britannia gli aveva insegnato in anni precedenti.

Le carene e la prima ossatura erano fatte di legname leggero; il restante corpo della nave era ricoperto da giunchi e pelli intrecciati. Una volta completate queste, le fa trasportare di notte, su carri accoppiati, a ventidue miglia dall’accampamento, con queste navi traghetta i soldati al di là del fiume ed occupa repentinamente il colle vicino alla riva. Lo guarnisce rapidamente, prima che gli avversari se ne accorgano. In seguito trasferisce in quel luogo una legione e completa in due giorni il ponte che era stato cominciato da entrambi i lati. Fa pervenire senza pericolo a sé, in questo modo, le provviste e coloro i quali avanzavano per IL frumento ed inizia a provvedere al vettovagliamento. Nello stesso giorno fa trasferire oltre il fiume gran parte dei cavalieri. Nello stesso giorno fece passare il fiume a una gran parte dei cavalieri

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