Eroico gesto di un alfiere di Cesare (Versione di latino Cesare)
Eroico gesto di un alfiere di Cesare
Autore: Cesare
Et navium figura et remorum motu et inusitato genere tormentorum permoti barbari constiterunt ac paulum modo pedem rettulerunt.
Atque nostris militibus cunctantibus, maxime propter altitudinem maris, qui X legionis aquilam gerebat, obtestatus deos, ut ea res legioni feliciter eveniret, ' desilite', inquit, ' milites, nisi vultis aquilam hostibus prodere; ego certe meum rei publicae atque imperatori officium praestitero. ' Hoc cum voce magna dixisset, se ex navi proiecit atque in hostes aquilam ferre coepit.
Tum nostri cohortati inter se, ne tantum dedecus admitteretur, universi ex navi desiluerunt.
E i barbari, scossi dalla forma delle navi, dal movimento dei remi e dall'inusuale genere di macchine da lancio, si fermarono e ripiegarono leggermente. Ma, dato che i nostri soldati, tentennavano soprattutto per la profondità dell'acqua, l'aquilifero della decima legione, dopo aver pregato gli dèi di dare positivo esito all'impresa, gridò: "Saltate giù, commilitoni, se non volete consegnare l'aquila al nemico: io, per parte mia, avrò fatto il mio dovere verso la repubblica e il comandante". Lo disse a gran voce, poi saltò giù dalla nave e cominciò a correre contro i nemici.
Allora i nostri, vicendevolmente spronandosi a non permettere un'onta così grave, saltarono giù dalla nave, tutti quanti.
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