La paura dei Sequani (Versione di latino Cesare)

La paura dei Sequani
Autore: Cesare "Tradurre il latino"

[Dal libro "Tradurre il latino" pag. 61 n. 24]
Tenuto questo discorso da Dviziaco, tutti quelli che erano presenti con molto pianto cominciarono a chiedere aiuto a Cesare.

Cesare si accorse che solo i Sequani tra tutti non facevano nulla di queste cose che i restanti facevano, ma tristi guardavano a terra con il capo abbassato. Stupito chiese ad essi quale fosse il motivo di quella cosa. I Sequani non rispondevano niente, ma stavano in silenzio conservando lo stesso atteggiamento di tristezza.

Chiedendo a questi più spesso e bon potendo far uscire alcuna voce del tutto, lo stesso Diviziaco Eduo rispose che per questo la sorte dei Sequani era più misera e più difficile di quella dei restanti, poiché essi soli neppure di nascosto osavano lamentarsi ne implorare aiuto e temevano la crudeltà di Ariovisto assente, come se fosse presente;

per il fatto che era data agli altri la possibilità di fuga; ma in verità i Sequani, che avevano accolto Ariovisto nei propri territori, di cui tutte le città furono in suo potere, dovevano sopportare il tormento.

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