La paura sconvolge i soldati romani a Vesonzione - Cesare versione latino

Tantus subito timor omnem exercitum occupavit, ut non mediocriter omnium mentes animosque perturbaret....

All’improvviso tutto l’esercito fu pervaso da un timore così forte da sconvolgere grandemente le menti e gli animi di tutti.

Tale spavento originò dapprima dai tribuni militari, dai prefetti e da tutti gli altri che, avendo seguito Cesare dalla città per amicizia, non avevano grande dimestichezza nell’arte della guerra. Adducendo chi un pretesto, chi l’altro, che dicevano fosse loro tassativo per andarsene, chiedevano che fosse consentito allontanarsi col suo consenso; alcuni, spinti dalla vergogna, restavano per non destare il sospetto di avere paura.

Questi ultimi non potevano né fingere l’impassibilità né trattenere le lacrime di tanto in tanto; nascosti nelle tende o si lamentavano del loro destino o compiangevano con i loro intimi il comune pericolo. In ogni angolo dell'accampamento si facevano testamenti. I discorsi e la paura di questa gente a poco a poco impressionavano anche le persone provviste di grande esperienza militare, legionari, centurioni e capi di cavalleria.

Chi voleva sembrare meno vigliacco diceva di paventare non tanto il nemico quanto la strada molto stretta e la vastità delle foreste che li dividevano da Ariovisto

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