Panico nell'esercito di Pompeo alla notizia dell'avvicinarsi di Cesare (Versione di latino Cesare)

Autore: Cesare

Pompeus cognitis his rebus, quae erant Orici atque Apolloniae gestae, Dyrrachio timens diurnis eo nocturnisque itineribus contendit....

Pompeo, venuto a conoscenza di quanto era avvenuto a Orico e ad Apollonia e temendo la perdita di Durazzo, vi si dirige marciando giorno e notte, mentre si andava dicendo che Cesare si avvicinava.

Una paura tanto grande si impadronì del suo esercito che, poiché nella fretta faceva della notte giorno, non interrompendo la marcia, quasi tutti i soldati dell'Epiro e quelli provenienti dalle regioni vicine disertavano, parecchi gettavano le armi e la marcia pareva simile a una fuga. Ma quando Pompeo si fermò presso Durazzo e ordinò di porre il campo, poiché l'esercito era ancora in preda al terrore, Labieno per primo si fa avanti e giura di non lasciarlo e di essere pronto ad andare incontro alla medesima sorte che la Fortuna avesse riservato a Pompeo.

Lo stesso giuramento fanno gli altri luogotenenti; li seguono i tribuni dei soldati e i centurioni e il medesimo giuramento fa tutto l'esercito.

Cesare, visto che la marcia su Durazzo era stata prevenuta da Pompeo, finisce di marciare in fretta e pone il campo presso il fiume Apso nel territorio degli Apolloniati, perché le città benemerite fossero difese da fortini e posti di guardia e stabilisce di aspettare qui l'arrivo delle altre legioni dall'Italia e di svernare in tenda.

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