Pompeo in Egitto dopo la battaglia di Farsalo (Versione di latino Cesare)

Pompeo in Egitto dopo la battaglia di Farsalo
Autore: Cesare

Quibus cognitis rebus Pompeius deposito adeundae Syriae consilio pecunia societatis sublata et a quibusdam privatis sumpta et aeris magno pondere ad militarem usum in naves imposito duobusque milibus hominum armatis, partim quos ex familiis societatum delegerat, partim a negotiatoribus coegerat, quosque ex suis quisque ad hanc rem idoneos existimabat, Pelusium pervenit. Ibi casu rex erat Ptolomaeus, puer aetate, magnis copiis cum sorore Cleopatra bellum gerens, quam paucis ante mensibus per suos propinquos atque amicos regno expulerat; castraque Cleopatrae non longo spatio ab eius castris distabant. Ad eum Pompeius misit, ut pro hospitio atque amicitia patris Alexandria reciperetur atque illius opibus in calamitate tegeretur. Sed qui ab eo missi erant, confecto legationis officio liberius cum militibus regis colloqui coeperunt eosque hortari, ut suum officium Pompeio praestarent, neve eius fortunam despicerent. In hoc erant numero complures Pompei milites, quos ex eius exercitu acceptos in Syria Gabinius Alexandriam traduxerat belloque confecto apud Ptolomaeum, patrem pueri, reliquerat.


Pompeo, conosciuti questi fatti, abbandonato il proposito di raggiungere la Siria, preso del denaro dalle compagnie dii appaltatori e chiesto altro (denaro) a prestito ad alcuni privati, caricata sulle navi una grande quantità di bronzo per uso militare, armati duemila uomini, in parte scelti fra i servi degli appaltatori, in parte raccolti dai mercanti, quelli che ciascun mercante riteneva idonei a questo scopo, giunse a Pelusio. Qui vi era per caso il re Tolomeo, appena fanciullo, che con truppe imponenti stava combattendo contro la sorella Cleopatra, che pochi mesi prima aveva scacciata dal regno su istigazione di amici e parenti. L'accampamento di Cleopatra non distava molto dal suo. Pompeo mandò legati a Tolomeo per chiedergli, in nome dell'ospitalità e dell'amicizia del padre, di accoglierlo in Alessandria e proteggerlo nella disgrazia con le sue forze.

Ma gli ambasciatori che erano stati mandati da Pompeo, portato a termine l'incarico, cominciarono a parlare alquanto liberamente con i soldati del re e a esortarli a prestare il loro aiuto a Pompeo e a non abbandonarlo nella sua sorte. Fra quelli vi erano parecchi ex soldati di Pompeo, dal cui esercito Gabinio li aveva accolti in Siria e poi condotti in Alessandria e, terminata la guerra, lasciati presso Tolomeo, padre del fanciullo.

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