Q. Cicerone assediato dai Nervii (Versione di latino Cesare)

Q. Cicerone assediato dai Nervii
Autore: Cesare

Quanto in dies gravior et asperior erat oppugnatio, maxime quod magna pars militum conficiebatur vulneribus, tanto crebriores litterae...

Quanto di giorno in giorno l’assalto era più violento e duro soprattutto perché la maggior parte dei soldati era affaticata dalle ferite, tanto più frequenti lettere e messaggeri erano mandati a Cesare: gran parte dei messaggeri catturata dai Nervii veniva torturata fino alla morte in presenza dei nostri soldati.

Nell’accampamento dei Romani c’era un Nervio di nome Verticone, di nobili natali, che era fuggito dal primo assedio per andare da Cicerone e gli aveva assicurato la sua lealtà. Cicerone persuase questi, che era uno schiavo, con la speranza della libertà e con grandi ricompense, a portare una lettera a Cesare.

Egli la portò fuori dall’accampamento nascosta in un dardo e, passato come Gallo tra Galli senza destare alcun sospetto, giunse da Cesare. Egli venne a conoscenza grazie a lui dei pericoli di Cicerone e della legione.

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