Trasmissione di segnali a distanza (Versione di latino Cesare)

Trasmissione di segnali a distanza
Autore: Cesare

Ubi ea dies venit, Carnutes Cotuato et Conconnetodumno ducibus, desperatis hominibus, Cenabum signo dato concurrunt civesque Romanos, qui negotiandi causa ibi constiterant, in his Gaium Fufium Citam, honestum equitem Romanum, qui rei frumentariae iussu Caesaris praeerat, interficiunt bonaque eorum diripiunt.

Celeriter ad omnes Galliae civitates fama perfertur. Nam ubicumque maior atque illustrior incidit res, clamore per agros regionesque significant; hunc alii deinceps excipiunt et proximis tradunt, ut tum accidit. Nam quae Cenabi oriente sole gesta essent, ante primam confectam vigiliam in finibus Arvernorum audita sunt, quod spatium est milium passuum circiter centum LX.
Simili ratione ibi Vercingetorix, Celtilli filius, Arvernus, summae potentiae adulescens, cuius pater principatum Galliae totius obtinuerat et ob eam causam, quod regnum appetebat, ab civitate erat interfectus, convocatis suis clientibus facile incendit.

Cognito eius consilio ad arma concurritur.
Nel giorno concordato, i Carnuti, sotto la supervisione di Cotuato e Conconnetodumno, uomini pronti a tutto, al segnale convenuto corrono su Cenabo: massacrano i cittadini romani che si erano qui stabiliti per ragioni di commercio e ne saccheggiano i beni. Una delle vittime fu C. Fufio Cita, rispettabile cavaliere romano, che per disposizione di Cesare sovrintendeva ai rifornimenti di grano. La notizia giunge rapidamente a tutte le genti della Gallia. Infatti, quando si verificano eventi di una certa importanza e rilievo, li comunicano di campo in campo, di regione in regione con grandi clamori; gli altri, a loro volta, odono le grida e le trasmettono ai vicini, come accadde allora.

Tant'è vero che l'episodio, avvenuto a Cenabo all'alba, era già noto prima delle nove di sera nelle terre degli Arverni, ovvero a circa centosessanta miglia di distanza.
Allo stesso modo Vercingetorige convoca i suoi clienti e con facilità li infiamma. Vercingetorige, arverno, era un giovane di grandissima potenza, figlio di Celtillo, che aveva ottenuto il principato su tutta la Gallia e, reo di aspirare al trono, era stato ucciso dal suo popolo. Non appena vengono conosciute le intenzioni del giovane, si corre alle armi.

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