Una violenta tempesta (Versione di latino Cesare)

Una violenta tempesta
Autore: Cesare

Quae cum adpropinquarent Britanniae et ex castris viderentur, tanta tempestas subito coorta est ut nulla earum cursum tenere posset, sed aliae eodem unde erant profectae referrentur, aliae ad inferiorem partem insulae, quae est propius solis occasum, magno suo cum periculo deicerentur;

quae tamen ancoris iactis cum fluctibus complerentur, necessario adversa nocte in altum provectae continentem petierunt. Eadem nocte accidit ut esset luna plena, qui dies a maritimos aestus maximos in Oceano efficere consuevit, nostrisque id erat incognitum. Ita uno tempore et longas naves, [quibus Caesar exercitum transportandum curaverat, ] quas Caesar in aridum subduxerat, aestus complebat, et onerarias, quae ad ancoras erant deligatae, tempestas adflictabat, neque ulla nostris facultas aut administrandi aut auxiliandi dabatur.

Compluribus navibus fractis, reliquae cum essent funibus, ancoris reliquisque armamentis amissis ad navigandum inutiles, magna, id quod necesse erat accidere, totius exercitus perturbatio facta est. Neque enim naves erant aliae quibus reportari possent, et omnia deerant quae ad reficiendas naves erant usui, et, quod omnibus constabat hiemari in Gallia oportere, frumentum in his locis in hiemem provisum non erat.
Si stavano avvicinando alla Britannia ed erano già state avvistate dall'accampamento, quando all'improvviso si levò una tempesta così violenta, che nessuna delle navi riuscì a tenere la rotta: alcune vennero risospinte verso il porto di partenza, altre con grave pericolo vennero spinte verso la parte sud-occidentale dell'isola.

Tentarono di gettare l'ancora, ma, sommerse dalla violenza dei flutti, furono costrette, sebbene fosse notte, a prendere il largo e a dirigersi verso il continente. Capitò che quella notte stessa ci fosse luna piena, momento in cui la marea nell'Oceano è più alta, e i nostri non lo sapevano. Così, nello stesso tempo, la marea sommerse le navi da guerra impiegate per trasportare l'esercito e poi tirate in secco, mentre la tempesta

sbatteva l'una contro l'altra le imbarcazioni da carico, che erano all'àncora, senza che i nostri avessero la minima possibilità di manovrare o porvi rimedio.

Molte navi rimasero danneggiate, le altre, perse le funi, le ancore e il resto dell'attrezzatura, erano inutilizzabili: un profondo turbamento, com'era inevitabile, si impadronì di tutto l'esercito.

Non c'erano, infatti, altre navi con cui ritornare, mancava tutto il necessario per riparare le barche danneggiate e, poiché tutti pensavano che si dovesse svernare in Gallia, sull'isola non si era provvisto il grano per l'inverno.

Copyright © 2007-2024 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2024 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-03-31 09:19:50 - flow version _RPTC_G1.3