Bisogna opporre resistenza al dolore

Totum igitur in eo est, ut tibi imperes. Ostendi autem quod esset imperandi genus; atque haec cogitatio, quid patientia, quid fortitudine,...testo latino completo

Tutto dunque si fonda su questo, che tu sappia dominare te stesso. Ma già ho spiegato in cosa consista tale genere di imposizione;

riflettere (questa riflessione) su cosa sia più apprezzabile in assoluto della pazienza, della resistenza, della forza d'animo, non solo dona pace allo spirito ma, (non so in che modo) in qualche modo, rende più sopportabile anche il dolore. Come infatti avviene durante una battaglia, che il soldato vile e pauroso, non appena ha visto il nemico, fugga il più velocemente possibile, dopo aver gettato lo scudo, e per questo motivo perde la vita anche con il corpo privo di ferite, mentre a colui che avrà mantenuto saldamente la propria posizione non accadrà nulla del genere, così coloro che non possono sopportare l'idea del dolore, si avviliscono e in tale condizione languiscono sconsolati e sfibrati;

quelli che invece hanno mostrato capacità di sopportazione, spessissimo risultano vincitori. In effetti esistono certe analogie tra l'anima e il corpo: come i pesi si trasportano più facilmente con i muscoli (corpi) tesi, mentre se questi si allentano ne vengono oppressi (dal peso), nello stesso identico modo l'anima con la sua tensione allontana la pressione di ogni peso, mentre con il cedimento viene oppressa a tal punto da non riuscire a sollevarsi.

E se andiamo alla ricerca della verità, nell'adempimento di tutti i doveri deve essere adoperata la concentrazione dell'anima; essa solamente è, per così dire, la sentinella del dovere.