Bisogna rispettare i prodigi (Versione latino Cicerone)

Bisogna rispettare i prodigi
Autore: Cicerone

Non ci farà dunque riflettere la temerità dimostrata da Gaio Clodio che, durante la prima guerra punica, poiché i polli sacri, liberati dalla gabbia, non toccarono cibo ordinò che fossero immersi nell'acqua perché bevessero, visto che non volevano mangiare, irridendosi degli dei anche solo per scherzo?. Ma questa spiritosaggine, dopo la disfatta della flotta, fruttò a lui molte lagrime ed al popolo romano una grave sconfitta. E che dire del suo collega Lucio Giunio?

Non fu forse lui a perdere la flotta durante quella medesima guerra per non aver obbedito agii auspici? La conseguenza fu che Ciodio fu condannato dal popolo e Giunio si diede da se stesso la morte.
Celio riferisce che Gaio Flaminio per aver trascurato le sacre cerimonie cadde al Trasimeno con grave iattura per la patria. Dalla rovina di questi uomini si può ricavare che lo stato prosperò quando il potere fu in mano a persone ligie ai doveri religiosi.

E se vorremo paragonare la nostra storia con quella dei popoli stranieri troveremo che in tutto il resto fummo pari ad essi o anche inferiori, ma in fatto di religiosità, cioè di culto divino, fummo loro di gran lunga superiori.

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