Come giudicare Cesare? (VERSIONE latino cicerone)

Come giudicare Cesare? versione latino Cicerone

Quaeso, quid est hoc? aut quid agitur? mihi enim tenebrae sunt. 'Cingulum' inquit nos tenemus, Anconem amisimus; Labienus discessit a Caesare....

Dimmi un po', che vuoI dire tutto questo? Che cosa sta avvenendo? Senza esagerare, sono avvolto dalle tenebre.

Il comunicato suona così: «Teniamo la posizione di Cingoli; abbiamo perso Ancona; Labieno ha defezionato da Cesare». Stiamo parlando di un generale del popolo romano, oppure di Annibale? Oh! Che uomo folle e disgraziato lui che non ha mai saputo scorgere neppure l'ombra del bene morale! E va dicendo che fa tutto ciò per il proprio prestigio personale. Ma dove può trovarsi il prestigio personale se non dove la nobiltà morale ha messo salde radici? È dunque in linea con il bene morale continuare a disporre di un esercito senza averne avuto la benché minima autorizzazione ufficiale, procedere all'occupazione di città romane affinché più agevole divenga l'accesso all'Urbe nostra patria, macchinare piani per l'abolizione dei debiti, per il rientro dei fuorusciti, per infiniti altri misfatti, «ritenere la tirannide la più possente delle divinità»? Che se la tenga per sé la sua fortuna! lo, te lo assicuro, preferirei starmene anche per un solo giorno con te a prendere il sole, crogiolandomi, come fai tu, al calore di quei raggi che non costano niente, piuttosto che disporre di tutte le sovranità assolute di quella specie, ovvero vorrei morire mille volte piuttosto che accarezzare nella mente per una volta sola qualche progetto del genere.

Tu puoi dirmi: «Come ti regoleresti se te ne venisse il desiderio?». Bene, continuiamo: quale uomo c'è al quale non capiti la possibilità di desiderarlo? Ma io sono dell'avviso che il puro e semplice desiderarlo sia segno di maggiore infelicità che l'essere messo in croce. Soltanto una cosa è anche più deplorevole, ottenere ciò che in tal modo si è desiderato. Ma su questo punto basta; in realtà fra questi pesanti disagi sento tutto il piacere di dedicare il mio tempo a discutere con te. Suvvia, riprendiamo il discorso sul nostro amico. Per amor del Cielo! Come la vedi la questione del piano d'azione di Pompeo? Mi premerebbe sapere per quale motivo egli ha abbandonato l'Urbe, ma il fatto è che incontro difficoltà insormontabili a trovare quel motivo. Stonatura più stridente non si sarebbe potuta avvertire in quel momento.

Tu te la sentiresti di abbandonare l'Urbe? Si deve dedurre che faresti la medesima cosa se fossero i Galli ad arrivare minacciosi? Egli dice: «Lo Stato non consiste nelle pareti delle case». No, ha il suo fondamento negli altari e nei focolari. «Temistocle si regolò così». C'era il fatto che una sola città non era in grado di reggere all'onda d'urto dell'intero mondo barbarico. Ma non si regolò nella medesima maniera Pericle circa cinquanta anni dopo, sebbene non potesse contare su nient'altro che sulle mura della città. Nei tempi andati i nostri connazionali, nonostante che il resto dell'Urbe fosse stato occupato, riuscirono, tuttavia, a mantenere il possesso della rocca.

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