Cicerone, De oratore libro I, 31 e 32 33

Cicerone, De oratore libro I - 31 e 32 -33
versione latino Cicerone

"Neque vero mihi quicquam" inquit "praestabilius videtur, quam posse dicendo tenere hominum [coetus] mentis, adlicere voluntates, impellere...

Disse "Nulla, a mio parere, è più insigne della capacità di avvincere con la parola l'attenzione degli uomini, guadagnarne il consenso, spingerli a piacimento dovunque e da dovunque a piacimento distoglierli:

questa sola capacità, ha sempre avuto importanza ed ? sempre prevalsa presso i popoli liberi e principalmente nelle comunità governate dalla pace e dall'ordine. Che cosa c'è, infatti, che desti altrettanta ammirazione del sorgere, in mezzo a una infinita moltitudine di uomini, di un individuo in grado di fare, lui solo o con pochissimi altri, ciò che per natura a tutti è concesso? Ovvero, tanto gradevole allo spirito e all'orecchio, quanto un discorso elegante e adorno di saggi pensieri e nobili parole? O, ancora, tanto possente e tanto splendido quanto il fatto che il discorso di un solo uomo riesca a modificare le passioni del popolo, gli scrupoli dei giudici, l'inflessibilità del senato?

Che cosa c'è inoltre di altrettanto regale, nobile, generoso del prestare soccorso ai supplici, del risollevare gli afflitti, del salvare delle vite, dell'affrancare dai pericoli, del sottrarre all'esilio i concittadini? E che c'è? di altrettanto indispensabile del disporre costantemente di armi con cui poter proteggersi, o sfidare i malvagi, o vendicarsi se provocati? Ma non pensiamo sempre al foro, ai tribunali, ai rostri o alla curia: che cosa ci può essere di più piacevole nel tempo libero o di più? peculiare di una persona colta di un conversare garbato ed elegante sotto tutti gli aspetti?

Perchè? proprio per questa ragione noi siamo incomparabilmente superiori alle bestie: in quanto discorriamo tra di noi e possiamo esprimere a parole i nostri pensieri. E allora, chi negher? la: giusta ammirazione a questa capacità?, chi dubiterà? di dover riservare a essa il massimo sforzo, onde eccellere fra gli uomini stessi proprio in quella facoltà? in virtù? della quale principalmente l'umanità? sopravvanza le bestie?

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