Il bene individuale e quello comune - Cicerone versione latino

Il bene individuale e quello comune
versione latino Cicerone libro latina lectio

mundum autem censent regi numine deorum, eumque esse quasi communem urbem et civitatem hominum et deorum, et unum quemque nostrum eius...

gli stoici) Ritengono quindi che l'universo sia retto dalla potenza divina, e, come dire, dimora e città comune sia agli uomini che agli dèi; (ritengono che) questo nostro mondo sia solo una porzione di quell'universo.

Ne deriva, per natura, che siamo portati ad anteporre l'utile comune al nostro. Come, infatti, le leggi salvaguardano prima la sicurezza della collettività che dei singoli individui, allo stesso modo l'uomo retto e saggio, rispettoso delle leggi e non ignaro del dovere di cittadino, provvede più a ciò ch'è utile alla collettività, che a ciò ch'è utile per ciascun singolo o per sé. Chi non cura l'interesse o la sicurezza della patria non è da biasimare meno del traditore della patria, perché (compie azioni, agisce)

in vista del proprio egoistico utile o sicurezza. Se ne ricava chedeve esser ricoperto di lode chi si sacrifica per lo Stato, poiché è cosa buona e giusta che la patria sia per noi più cara della nostra stessa persona Benché sia in auge (ducitur)

quella voce inumana e scellerata di quelli i quali negano di rifiutare che, dopo essere morti, consegua la distruzione di tutte le terre, certamente è vero che devono provvedere anche che a coloro, che un giorno verranno dopo di noi.

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