Il dono della parola - Versione di Cicerone

Il dono della parola versione latino Cicerone

Domina rerum, ut vos soletis dicere, eloquendi vis, quam est praeclara quamque divina....

Quanto a quella che voi chiamate « signora del mondo », l'eloquenza, trattasi di un'arte davvero illustre e divina.

Essa ci permette di apprendere ciò che ignoriamo e di insegnare agli altri ciò di cui siamo edotti: ad essa ricorriamo per esortare, per convincere, per consolare gli afflitti, per liberare dalla paura i timorosi, per umiliare i superbi e i facinorosi, per reprimere le passioni e i moti dell'ira; è opera sua l'averci uniti coi comune vincolo del diritto, delle leggi e della convivenza sociale e l'averci allontanati da una vita selvaggia ed animalesca.

Quanto impegno la natura abbia posto per dar modo all'eloquenza di esplicarsi non lo si crederebbe se la cosa non risultasse evidente ad una attenta considerazione. C'è innanzitutto la trachea che dai polmoni si spinge sino alla parte più interna della bocca e attraverso la quale la voce, che ha il suo fondamento nel pensiero, viene raccolta e diffusa. Nella bocca ha pure sede la lingua chiusa nella chiostra dei denti : a lei spetta il compito di regolare ed organizzare il flusso dis ordinato ed inarticolato della voce nonché quello di renderci i suoni chiari e distinti facendo forza sui denti e su altre parti della bocca.

Di qui l'uso da parte di quelli della nostra scuola di paragonare la lingua ad un plettro, i denti alle corde e le narici alle casse di risonanza che, durante l'esecuzione, riecheggiano i suoni emessi dalle corde.

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