Il ridicolo e il serio sono strettamente connessi - Cicerone versione latino

Il ridicolo e il serio sono strettamente connessi
versione latino Cicerone

Sed hoc mementote, quoscumque locos attingam, unde ridicula ducantur, ex eisdem locis fere etiam gravis sententias posse duci: tantum...

Però ricordetevi che, qualunque sia la fonte, da cui attingerò quel che suscita il riso, da quella medesima fonte potrò anche desumere pensieri seri. V'è quest'unica differenza:

la serietà si applica alle cose dignitose e severe, lo scherzo a quelle piuttosto sconce e, direi, di bassa lega. Ad esempio, potremmo con le medesime parole lodare un servo onesto e ridicolizzare uno disonesto. Suscita il riso il vecchio motto di Nerone diretto ad un servo ladreo: " E' l'unico per il quale in casa non c'è nulla che sia sigillato e posto sotto chiave"; esso può essere adattato senza alcun mutamento anche ad un servo onesto.

Questo è addirittura identico nelle parole, ma tutti i suoi elementi sono stati desunti dalle stesse fonti. A Spurio Carvilio, che si vergognava di uscire di casa per via d'una ferita riportata al serviziodella repubblica, la madre disse: "Perché non esci, Spurio? Ad ogni passo che farai, ricordati altrettante volte della tua virtù bellica"; E' nobile e grave. A proposito di Calvino, che era claudicante, Glaucia disse: "Dov'è più l'antico proverbio?

Forse è fautore dei Claudi? Ma questo parteggia per i Cldoi!". Questa battuta fa ridere davvero. E l'una e l'altra sono state sostenute dal medesimo difetto: la zoppia. "Che c'è di più ignavo di Nevio?"; quest'altra, invece, è di Scipione ed è seria; ma quest'altra di Filippo, diretta ad un tale non proprio beneodorante, sa di cattiveria: "Video me a te circumveniri".

SECONDA PROPOSTA DI TRADUZIONE

Ma ricordate ciò, il fatto che qualunque luogo (retorico) io toccherò, da dove siano tirate fuori ridicolaggini, quasi dagli stessi luoghi possono essere tirate fuori anche sentenze serie;

c'è soltanto questa differenza, che la gravità è posta nelle cose oneste e severe, il gioco nelle cose turpi e per così dire deformi, come se potessimo con le stesse parole sia lodare un servo frugale sia, se è cattivo, deriderlo. E' ridicolo quel vecchio detto neroniano sul servo rubacchione: che era l'unico al quale a casa niente fosse o sotto chiave o chiuso, perché la stessa cosa suole essere detta per il buon servo.

Ma ciò (si poteva dire) anche con le stesse parole; invece dalle stesse fonti (vengono) tutte le cose. Infatti la frase che a Spurio Carvilio che zoppicava gravemente per una ferita presa a causa dello stato e che si vergognava di farsi vedere in pubblico per questo motivo disse la madre: "perché non sali, o mio Spurio? Tutte le volte che farai un gradino, ti venga in mente delle tue virtù" è famosissima e seria; ciò che a Calvino Glaucia che zoppicava "dove è quel vecchio: forse zoppica?

Ma costui clodeggia". Questo è ridicolo, e entrambe le cose furono tirate fuori da quello che poté essere preso in considerazione sulla zoppia. "Che cosa c'è di più ignavo di Navio?" Severamente diceva Scipione; ma Filippo ridicolamente contro quello che puzzava "vedo che io sono circondato da te".

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