Il saggio non si preoccupa del luogo di sepoltura - Il latino di base - Versione di Cicerone

Il saggio non si preoccupa del luogo di sepoltura versione Cicerone
libro Il latino di base n. 15 pagina 609

Socrates, cum de immortalitate animi diu disputavisset, cum moriendi tempus ei venit, rogatus set a discipulo Critone ubi et quomodo...

Socrate - dopo aver discusso, per a lungo sull’immortalità dell’anima - essendo giunto per lui il tempo morire, interrogato dal discepolo Critone a riguardo del luogo e del modo n cui desiderasse essere seppellito, rispose:

"Purtroppo, ho sprecato invano molta fatica; infatti, non ti ho convinto he io me ne volerò via da questo mondo e che non vi lascerò nulla di me". Formulando una simile risposta, Socrate fece chiaramente intendere che non si curava affatto della sepoltura.

A sua volta, Diogene ordinò che, una volta morto, (e che) fosse gettato insepolto. Al che, ii (suoi) devoti: "Ti getteremo mica agli uccelli e alle bestie feroci?". Diogene rispose: "Mettetemi vicino un bastoncino, di modo che impedisca quantomeno alle belve di fare scempio del mio cadavere. "E come potrai (risposero) quelli "dato che non sentirai (niente)'". E lui, a sua volta: "In che cosa mi danneggerà, allora, il morso delle fiere, se non sentirò nulla?". Anassagora, mentre stava morendo a Lampsaco - interrogato dagli amici se, dopo morto, desiderasse o meno essere portato a Clazomene, la sua patria - rispose:

"Non è affatto necessario: da tutte le parti infatti c’è altrettanto di strada fino agli Inferi".

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