L'incredibile storia di Diodoro da Malta

Accipite, si vultis, iudices, rem eius modi ut amentiam singularem et furore iam, non cupiditatem eius perspicere possit. Melitensis Diodorus est, qui apud vos antea testimonium dixit. In Lilybaei moltos iam annos abitat, homo et domi nobilis ...

Testo latino completo

Accogliete, se volete, o giudici, la cosa in questa maniera in modo che possiate farvi un idea non solo della sua singolare pazzia e furore, ma anche della sua cupidigia.

Diodoro di Malta è colui che ha fatto prima presso di voi una testimonianza. Costui già da molti anni abita al Lilibeo, uomo e di stirpe nobile e notissimo e benvoluto per le virtù da quelli dove si è trasferito. Su di lui si dice che Verre abbia saputo dei suoi finissimi vasi cesellati, fra cui certe tazze che sono dette Tericlee, fatte da Mentore con tecnica sopraffina Quando costui udì ciò, fu infiammato dalla bramosia non solo di vederle, ma anche di portarle via, cosicché chiamò Diodoro e gliele chiese. Quello che non le aveva contro voglia, rispose che non le aveva al Lilibeo, ma che le aveva lasciate a Malta da un certo suo parente. Allora costui subito manda a Malta persone fidate; chiede a Diodoro che mandi una lettera a quel suo parente, non gli sembrava troppo lontano il momento in cui avrebbe visto l’argenteria.

Diodoro, persona corretta e oculata, che voleva salvare le sue cose, scrive al suo parente affinché rispondesse a coloro che venivano da parte di Verre che quella argenteria era stata mandata a Lilibeo qualche giorno prima. Egli intanto sparisce; preferì stare un po’ lontano da casa piuttosto che perdere stando lì quell’argenteria fatta in modo eccellente. Quando costui senti ciò, fu sconvolto a tal punto da sembrare a tutti malato e impazzito senza alcun dubbio. Poiché lui non aveva potuto strappare l’argenteria a Diodoro, diceva che gli erano stati rubati dei vasi lavorati con gusto finissimo; minacciava Diodoro che era assente, parlava apertamente, riusciva a stento a trattenere le lacrime.

Sappiamo dalle favole della bramosia di Erifile, che, avendo visto, come credo, una collana doro e di pietre preziose, abbagliato dalla sua bellezza, provocò la rovina del marito. Simile l’ingordigia di costui, anzi più intensa e insensata per il fatto che quella desiderava una cosa che aveva visto, mentre le voglie di costui sono stimolate non solo dagli occhi, ma anche dalle orecchie.(by Stuurm9

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