Le fragilità di un uomo - Cicerone versione latino

Le fragilità di un uomo
versione latino Cicerone

Delatus est ad me fasciculus. solvi, si quid ad me esset litterarum. nihil erat, epistula Vatinio et ligurio altera....

Un pacco mi venne recapitato. Lo aprii, per vedere se ci fosse qualche lettera per me. Non c'era nulla, (ma c'era) una lettera per Vatinio e un'altra per Ligurio.

Diedi istruzioni che fossero indirizzate ad essi. Quelli subito vennero da me accesi di indignazione imprecando ad alta voce contro quel dannato furfante (alla lettera, "contro la scelleratezza dell'uomo"). Mi lessero le lettere disseminate di ogni genere di insulti nei miei confronti. A questo punto Ligurio andò fuori di sé, esclamando che infatti era a conoscenza che quello (si parla del fratello di Cicerone) fosse assai odiato da Cesare e che tuttavia (Cesare) non soltanto lo aveva appoggiato, ma gli aveva anche dato una grossa somma di denaro per via della considerazione che aveva nei miei riguardi. Una volta ricevuto questo dispiacere, volli sapere che cosa avesse scritto agli altri. Ritenni infatti che sarebbe stato dannoso per lui stesso se una così grave azione ("un comportamento così scellerato") fosse divenuta di dominio pubblico.

Venni a sapere che (tutte le sue lettere) erano dello stesso tipo. Le inviai a te: se riterrai che sia conveniente che gli siano restituite, fallo ("restituisciglile"). (La cosa) non può arrecarmi offesa. Infatti, per il fatto che sono state aperte, suppongo che il sigillo sia in possesso di Pomponia. Poiché si è espresso con lo stesso tono amaro dall'inizio della navigazione, mi ha addolorato così tanto che in futuro potrei ammalarmi, e al momento corre voce che non stia lavorando tanto per se stesso quanto contro di me. Così sono messo alle strette da ogni circostanza: a stento posso sopportare questo stato di cose o addirittura non posso in alcun modo. Tra tutte queste afflizioni una è la più grande, e ovvero il fatto di lasciare quella povera fanciulladiseredata da ogni sostanza paterna.

Per questo vorrei indubbiamente vederti, come mi hai promesso. Non ho infatti nessun altro al quale raccomandarla, poiché ho percepito che anche per la madre la sorte ha in serbo ciò che ha in serbo per me. Ma se tu non mi incontrerai, tuttavia la prenderai come una raccomandazione sufficiente e, per quanto ti sarà possibile, riconcilierai la zia paterna con lei (. Ti ho scritto ciò nel giorno del mio compleanno. Quanto vorrei non essere mai venuto al mondo o che nessun altro fosse stato generato in seguito dalla stessa madre. Le lacrime mi impediscono di scrivere oltre alla lettera più cose

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