La morte di Catilina I - MORES PER LINGUA - Cicerone versione latino

La morte di Catilina I versione latino Cicerone libro MORES PER LINGUA

mnibus rebus exploratis Petreius tuba signum dat, cohortis paulatim incedere iubet; idem facit hostium exercitus....

Ma non appena Petreio, esplorata ogni cosa, dà il segnale con la tromba, ordina alle coorti di avanzare a poco apoco, lo stesso fa l'esercito dei nemici.

Dopo che si giunse là, dove poteva essere intrapresa la battaglia dai soldati armati alla leggerea, con grandissimo clamore accorrono in formazioen d'attacco, tralasciano i giochi di palla, la battaglia avviene con le spade, incalzano violentemente corpo a corpo, quelli resistono per niente timorosi: si combatte con grandissima forza.

Intanto Catilina, si trovava in prima linea, con fanti armati alla leggera, soccorreva chi era in pericolo, faceva venire quelli sani al posto dei feriti, provvedeva ad ogni cosa, egli stesso combatteva, spesso feriva ( uccideva) un nemico: eseguiva nello stesso tempo i doveri di un valoroso soldato e di un buon comandante. Petreio quando vede che catilina fa un'accanita resistenza contrariamente a quanto aveva pensato, spinge la coorte pretoria contro il centro dei nemici e uccide quelli turbati e gli che restavano altrove.

Manlio e Fesolano cadono combattendo tra i primi. Catilina dopo che vede le truppe disperse e se stesso rimasto indietro cn pochi, memore della sua stirpe e della sua antica dignità si slancia contro i nemici più serrati e li combattendo viene trafitto

Quando Petreio, dopo aver vagliato tutte le cose, dà il segnale con la tromba, ordina alle coorti di avanzare pian piano; la stessa cosa fa l’esercito dei nemici.

Dopo che si giunse là donde poteva essere attaccata battaglia dai ferentari, con altissime grida, si slanciano con le insegne in posizione di attacco: lasciano da parte i giavellotti, la battaglia (lett. : la cosa) si conduce con le spade. I veterani, memori dell’antico valore, incalzano furiosamente da vicino; quelli resistono tutt’altro che timidi: si combatte con grandissima violenza.

Nel frattempo Catilina, si aggirava nella prima fila con gli armati alla leggera, soccorreva quelli in difficoltà, sostituiva (uomini) sani ai feriti, provvedeva a tutto, combatteva molto egli stesso, spesso feriva un nemico: adempiva contemporaneamente ai doveri di un valoroso soldato e di un buon comandante. Petreio, quando vede Catilina combattere con grande vigore al contrario di quel che aveva pensato, spinge la coorte pretoria in mezzo ai nemici e li massacra dopo averli scompigliati e mentre resistevano chi qua chi là; poi assale gli altri da entrambe le parti sui lati. Manlio e Fesolano cadono combattendo fra i primi.

Catilina, dopo che vede le truppe sbaragliate e se stesso rimasto con pochi, memore della (sua) stirpe e della sua antica dignità si slancia dove i nemici sono più fitti e qui venne traritto.

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