La solitudine del tiranno - Cicerone versione latino
La solitudine del tiranno versione latino Cicerone
Haec enim est tyrannorum vita nimirum, in qua nulla fides, nulla caritas, nulla stabilis benevolentiae potest esse fiducia, omnia semper suspecta atque sollicita, nullus locus amicitiae....
Questa è la vita dei tiranni, vita che ignora completamente lealtà, affetto e fiducia in un legame durevole.
Tutto desta sospetti e angosce, non vi è spazio per l'amicizia. Chi, allora, potrebbe amare una persona di cui ha paura o a cui pensa di ispirarne? Eppure i tiranni sono riveriti, ma da chi finge, e solo per un tempo limitato.
Se mai cadono, come succede generalmente, allora viene a galla quanto fossero poveri di amici. È quello che, secondo la tradizione, ammise Tarquinio il giorno dell'esilio: riconobbe gli amici fedeli e quelli infedeli solo nel momento in cui non poteva più ripagare né gli uni né gli altri.
È strano, comunque, che abbia potuto avere un solo amico, con la sua superbia e crudeltà! Ma se il suo carattere non poté procurargli veri amici, allo stesso modo le ricchezze impediscono a molti potenti di avere amicizie fedeli
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