La vita è breve - Versione LITTERA LITTERAE di Cicerone

La vita è breve
Versione latino Cicerone
Libro: Littera litterae 2D pag. 165n. 3

Theophrastus moriens accusasse naturam dicitur, quod cervis et cornicibus vitam diuturnam, quorum id nihil interesset, hominibus, quorum...

Di Teofrasto, si racconta che in punto di morte rimproverava alla natura di aver dato una vita tanto lunga ai cervi e alle cornacchie, che non se ne fanno niente, e di aver concesso invece così poco agli uomini, per cui la cosa sarebbe stata tanto importante: perché, con un tempo più lungo a loro disposizione, gli uomini avrebbero potuto raggiungere la perfezione in tutte le scienze, e rendersi padroni di ogni campo del sapere.

Egli si lagnava, perciò, di dover morire proprio quando aveva appena incominciato a farsi luce.

E comunque, anche fra gli altri filosofi, tutti i più grandi e più autorevoli riconoscono di non sapere molte cose, e di averne sempre un'infinità da imparare.

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