Promesse da non mantenere - LATINA LECTIO - Versione latino cicerone

Promesse da non mantenere
Autore: Cicerone
versione dal libro latina lectio

Cum de promissis servandis disputat, Cicero scripsit promissa non servanda essent, si non utilia essent iis ipsis, quibus illa promisisses.

Sol Phaetonti filio facturum se esse dixit quicquid optasset. Optavit filius ut in currum patris tolleretur; sublatus est. Atque is, antequam constitit, ictu fulminis deflagravit. Quanto melius fuerat, si promissum patris non esset servatum! Agamemnon, cum devovisset Dianae quod pulcherrimum in suo regno natum esset illo anno, immolavit Iphigeniam, qua nihil erat natum pulchrius illo anno. Promissum non fuerat faciendum, si tam taetrum facinus admittendum esset. Ergo promissa nonnumquam non servanda nec semper deposita reddenda sunt. Si gladium quidam apud te sana mente deposuerit, repetat insaniens, reddere peccatum sit. Si is, qui apud te pecuniam deposuerit, bellum inferat patriae, reddasne tu depositum? Non credo. Nam, si reddas, facias contra patriam, quae omnium rerum debet esse carissima.


Quando discute delle promesse da mantere, Cicerone scrive che le promesse non devono essere mantenute se non sono utili a quelli stessi a cui tu le hai fatte. Il sole disse al figlio Fetonte che avrebbe fatto qualsiasi cosa egli volesse.
Il Sole disse al figlio Fetonte che avrebbe fatto qualunque cosa egli avesse desiderato. Il figlio chiese di essere portato in alto sul carro del padre; gli fu accordato. E quello, prima di fermarsi, bruciò colpito da un fulmine. Quanto sarebbe stato meglio, se la promessa del padre non fosse stata mantenuta! Agamennone, avendo consacrato a Diana quello che di più bello fosse nato nel suo regno in quell’anno, sacrificò Ifigenia, rispetto alla quale non era nato nulla di più bello in quell’anno. Non avrebbe dovuto promettere, se si fosse dovuto commettere un così orribile misfatto.

Le promesse, pertanto, talvolta non vanno mantenute né vanno sempre resi i depositi. Se un tale sano di mente avesse depositato presso di te una spada e, impazzito, te la richiedesse, rendergliela sarebbe una colpa. Se colui, che ti avesse eventualmente affidato del denaro, portasse guerra alla patria, gli renderesti forse il deposito? Non credo. Se glielo rendessi, infatti, agiresti contro la patria, che dev’essere la più cara di tutte le cose

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