Salvate la patria non me! - Versione latino Cicerone - E.T.

Salvate la patria non me!
versione di latino di Cicerone
Versione da E. T. - ESPERIENZE DI TRADUZIONE

Patres conscripti, consulite vobis, prospicite patriae, conservate vos, coniuges, liberos fortunasque vestras, populi Romani nomen salutemque defendite; mihi parcere ac de me cogitare desinite.

Nam primum debeo sperare omnis deos, qui huic urbi praesident, pro eo mihi, ac mereor, relaturos esse gratiam; deinde, si quid obtigerit, aequo animo paratoque moriar. Nam neque turpis mors forti viro potest accidere neque immatura consulari nec misera sapienti. Nec tamen ego sum ille ferreus, qui fratris carissimi atque amantissimi praesentis maerore non movear horumque omnium lacrumis, a quibus me circumsessum videtis Neque meam mentem non domum saepe revocat exanimata uxor et abiecta metu filia et parvulus filius quem mihi videtur amplecti res publica tamquam ob sidem consulatus mei, neque ille, qui expectans huius exitum diei stat in conspectu meo, gener. Moveo his rebus omnibus, sed in eam partem, uti salvi sint vobiscum omnes, etiamsi me vis aliqua oppresserit, potius, quam et illi et nos una rei publicae peste pereamus. Insomma, padri coscritti, provvedete a voi stessi, provvedete alla patria, Salvate la vostra vita, quella delle vostre mogli, dei vostri figli e le vostre ricchezze, Difendete il nome e la salvezza del popolo romano; cessate (di preoccuparvi), di pensare a me. In primo luogo, infatti, (devo confidare in tutti gli dèi, che proteggono questa città, per ciò che io merito); mi contraccambieranno; Poi, se mi dovrà capitare qualcosa, morirò con animo preparato e sereno.

Infatti la morte non può giungere vergognosa per gli uomini valorosi, né precoce per chi ha raggiunto la carica consolare, né triste per il saggio. Tuttavia non sono insensibile a tal punto da non essere commosso per il dolore del mio carissimo e affezionatissimo fratello, qui presente, e per lacrime di tutti coloro che mi vedete intorno. D'altra parte la mia mente spesso richiama il mio pensiero a casa da mia moglie mezza morta di paura e da mia figlia prostrata dal terrore dal mio piccolo figlio, che mi sembra che lo stato lo abbracci come pegno per il mio consolato, e né da mio genero, che sta davanti a me ad aspettare l'esito di questa giornata. Sono mosso da tutto ciò ma solo nel senso che siano tutti illesi con voi (sebbene qualcosa abbia arrestato la mia forza), piuttosto che morire noi e loro insieme alla rovina dello Stato.
Altro tentativo di traduzione
padri coscritti, provvedete a voi stessi! Pensate al futuro della patria! Salvate la vostra vita, quella delle vostre mogli, dei vostri figli, salvate le vostre proprietà! Difendete la gloria e il futuro del popolo romano! Smettete di preoccuparvi, di darvi pensiero per me! In primo luogo, infatti, voglio sperare che tutti gli dèi che proteggono Roma mi ricompenseranno secondo i miei meriti.

Poi, se dovesse capitarmi qualcosa, saprò morire con animo preparato e sereno: la morte non può essere vergognosa per il valoroso, né prematura per chi è stato console, né triste per il saggio. Tuttavia non sono così di ferro da restare insensibile all'angoscia del mio caro e affezionato fratello, qui presente, e alle lacrime di tutti coloro che mi vedete intorno. Né la mia mente si astiene dal tornare spesso a casa, richiamata da mia moglie, completamente prostrata, da mia figlia, sconvolta dalla paura, dal mio piccolo figlio, che mi sembra stretto tra le braccia della repubblica come ostaggio per il mio operato di console, e infine da mio genero, che sta qui davanti ad aspettare l'esito di questa giornata. Tutto ciò mi procura ansia, un'ansia che mi spinge però a voler salvare tutti loro insieme a voi, anche a costo della mia vita, piuttosto che morire noi e loro nella distruzione dello Stato.

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