Tutti sono stimolati dalla gloria

Tutti sono sono stimolati dalla gloria
versione latino Cicerone Cotidie Legere n. 7 pag. 311

Trahimur omnes studio laudis, et optimus quisque maxime gloria ducitur. Ipsi illi philosophi, etiam in eis libellis quos de contemnenda...

Tutti quanti siamo presi dal desiderio di successo, anzi più uno è bravo, più è innamorato della gloria.

Persino i filosofi pongono il loro nome su quei libri nei quali vanno predicando il disprezzo della gloria: laddove tuonano contro l'encomio e la celebrità vogliono essere encomiati e celebrati. Anche Decimo Bruto, grandissimo uomo e generale, si servì dei versi del suo caro amico Accio per fregiare gli ingressi dei templi e dei monumenti da lui fatti costruire. E quel famoso comandante che combattè assieme a Ennio contro gli Etoli, Fulvio intendo dire, senza esitare consacrò il bottino di guerra alle Muse.

Perciò, nella città dove i generali ancora in armi onorarono il nome dei poeti e i templi delle Muse, i giudici togati non dovrebbero rifiutarsi di onorare le dee della poesia e difendere i poeti. Certo, se l'animo non avesse qualche speranza nel futuro e se limitasse tutti i pensieri entro lo spazio in cui è circoscritta la nostra vita, non si logorerebbe in così grandi fatiche, non si tormenterebbe in tanti affanni e veglie, non rischierebbe tante volte la vita.

Ma per fortuna negli animi migliori è radicato un impulso che notte e giorno sprona con lo stimolo della gloria e impone di non limitare la memoria del nostro nome al tempo della vita, ma di estenderla alla posterità

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