Pausania uomo valoroso ma superbo (Versione latino Nepote)

Pausania uomo valoroso ma superbo
Autore: Cornelio Nepote

Dal libro Laboratorio I, di Tantucci, Roncoroni, Cappelletto, Galeotto, Sada; p. 350 n°35.

Titolo:

"Pausania, uomo valoroso ma superbo"
Autore: Cornelio Nepote (testo originale, non adattato)

La versione inizia con - Pausanias Lacedaemonius magnus homo - e termina con - quarum auxilio Persae erant victi -


Lo spartano Pausania fu un grande uomo, ma volubile in ogni genere di vita (= modo di vivere): infatti come risplendette per le doti, così fu coperto dai vizi. Famosissima fu la battaglia di questo presso Pidna. E infatti sotto il suo consolato (= comando)

Mardonio, governatore persiano, di nazione Medo, genero del re. soprattutto sia pieno di saggezza sia forte dell'autorità fra tutti i Persiani con duecentomila fanti, che aveva scelto uno ad uno, e ventimila cavalieri, con una così grande forza fu cacciato dalla Grecia, e in quella battaglia cadde. E inorgoglito (= divenne superbo, ovvero Pausania) da questa vittoria, cominciò a sconvolgere moltissime cose, e a desiderare cose maggiori. Ma inizialmente in ciò (= per questo) fu criticato, poiché aveva deposto dal bottino di guerra un tripode d'oro a Delpi con un epigramma scritto, in cui c'era questa sentenza: con il suo comando aveva distrutto presso Platea i barbari e dunque aveva dato un dono di quella vittoria ad Apollo.

Gli spartani scolpirono questi versi e nient'altro scrissero che i nomi dei loro cittadini, con l'aiuto dei quali i Persiani erano stati vinti.

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