I costumi degli indiani - Versione COTIDIE LEGERE Curzio Rufo

Versione da COTIDIE LEGERE n. 6 pagina 127

Indi corpora usque pedes carbaso velant; soleis pedes, capita linteis vinciunt; lapilli ex auribus pendent; brachia quoque et lacertos auro colunt, quibus inter populares aut nobilitas aut opes eminent.

Capillum pectunt saepius, quam tondent, mentum semper intonsum est; reliquam oris cutem ad speciem levitatis exaequant. Regum tamen luxuria, quam ipsi magnificentiam appellant, super omnium gentium vitia. Cum rex semet in publico conspici patitur, turibula argentea ministri ferunt, totumque iter, per quod ferri destinavit, odoribus conplent. Aurea lectica margaritis circumpendentibus recubat; distincta sunt auro et purpura carbasa quae indutus est; lecticam sequuntur armati corporisque custodes. Inter quos ramis aves pendent, quas cantu seriis rebus obstrepere docuerunt. Regia auratas columnas habet: totas eas vitis auro caelata percurrit, aviumque, quarum visu maxime gaudent, argenteae effigies opera distinguunt. Regia adeuntibus patet, cum capillum pectit atque ornat: tunc responsa legationibus, tunc iura popularibus reddit. Demptis soleis, odoribus inlinuntur pedes. Venatus maximus labor est inclusa vivario animalia inter vota cantusque pelicum figere. Binum cubitorum sagittae sunt, quas emittunt maiore nisu, quam effectu; quippe telum, cuius in levitate vis omnis est, inhabili pondere oneratur.

Breviora itinera equo conficit: longior ubi expeditio est, elephanti vehunt currum, et tantarum beluarum corpora tota contegunt auro
Gli indiani si coprono il corpo con una veste lunga fino ai piedi; legano ai piedi dei calzari e delle bende di lino al capo; pietre preziose pendono dai loro orecchi; quelli che spiccano tra i popolo per nobiltà o per ricchezze adornano d’oro anche le intere braccia. Si pettinano più spesso di quanto si radano, il loro mento è sempre non rasato; rendono liscia ed uniforme la restante pelle della faccia. Tuttavia il lusso dei re, che essi chiamano magnificenza, supera i vizi di tutti i popoli. Quando il re acconsente ad apparire in pubblico, i servi portano dei turiboli d’argento, e riempiono di effluvi tutto il percorso attraverso il quale il re ha stabilito esser trasportato. Egli è sdraiato su una lettiga d’oro attorno alla quale pendono delle perle; le vesti che indossa sono adorne di oro e di porpora; soldati in armi e guardie del corpo marciano dietro la lettiga. In mezzo ad essi, su dei rami, sono sospesi uccelli, che hanno ammaestrato a distoglierlo, con il loro canto, dalle questioni serie.

La reggia ha colonne dorate: tralci ornati d’oro le percorrono tutte, e sull’opera si distinguono figure d’argento di uccelli, della cui visione essi godono moltissimo. La reggia è aperta a chi vi giunge, quando il re si pettina e si adorna: allora egli dà le sue risposte alle delegazioni e detta le leggi al popolo. Dopo essersi tolti i calzari, i piedi vengono unti con balsami. Nella caccia la principale attività è di trafiggere animali racchiusi in un parco, tra i voti e i canti di cortigiane. Le frecce sono lunghe due cubiti, e le scagliano con più sforzo che risultato; infatti il dardo, nei cui leggerezza è riposta tutta la sua forza, è gravata di un peso poco maneggevole. Il re percorre a cavallo percorsi alquanto brevi: quando il tragitto è troppo lungo, degli elefanti tirano il carro ed essi ricoprono d’oro

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