La città di Babilonia - Versione latino Curzio Rufo

Murus instructus laterculo coctili bitumine interlitus spatium XXX et duorum pedum latitudine amplectitur: quadrigae inter se occurrentes sine periculo commeare dicuntur.

Altitudo muri L cubitorum eminet spatio; turres denis pedibus quam murus altiores sunt. Totius operis ambitus CCCLXVIII stadia conplectitur: singulorum stadiorum structuram singulis diebus perfectam esse memoriae proditum est. Aedificia non sunt admota muris, sed fere spatium iugeri unius absunt. Ac ne totam quidem urbem tectis occupaverunt, —per LXXX stadia habitabatur, —nec omnia continua sunt, credo, quia tutius visum est pluribus locis spargi. Cetera serunt coluntque, ut, si externa vis ingruat, obsessis alimenta ex ipsius urbis solo subministrentur. Euphrates interfluit magnaeque molis crepidinibus coercetur. Sed omnium operum magnitudinem circumveniunt cavernae ingentes, in altitudinem pressae ad accipiendum impetum fluminis: quod ubi adpositae crepidinis fastigium excessit, urbis tecta corriperet, nisi essent specus lacusque, qui exciperent. Coctili laterculo structi sunt, totum opus bitumine adstringitur. Pons lapideus flumini inpositus iungit urbem; hic quoque inter mirabilia Orientis opera numeratus est, quippe Euphrates altum limum vehit, quo penitus ad fundamenta iacienda egesto vix suffulciendo operi firmum reperiunt solum. Harenae autem subinde cumulatae et saxis quis pons sustinetur adnexae, morantur amnem, qui retentus acrius quam si libero cursu mearet inliditur.

Arcem quoque ambitu XX stadia conplexam habent. XXX pedes in terram turrium fundamenta demissa sunt, ad LXXX summum munimenti fastigium pervenit Il muro si innalza per un’altezza di cinquanta cubiti; delle torri sono di dieci piedi più alte del muro. La circonferenza di tutta l’opera si estende per trecentosessantacinque stadi: è stato tramandato che la costruzione di ogni stadio sia stata ultimata in un sol giorno. Gli edifici non sono stati accostati alle mura, ma ne distano di quasi uno iugero. E neppure l’intera città hanno disseminato di case – era abitata per ottanta stadi – né esse sono state costruite adiacenti, perché, credo, sembrò più sicuro che fossero sparse in più luoghi. Essi seminano e coltivano gli altri luoghi, in modo che, se incombesse una minaccia esterna, agli assediati si fornissero alimenti ricavati dal suolo della città stessa. L’Eufrate vi scorre in mezzo ed è imbrigliato da argini di grande mole. Ma circondano la grandiosità di tutte le opere enormi caverne, costruite in profondità per ricevere l’impeto del fiume, poiché, quando esso supera la sommità dell’argine apposito, travolgerebbe le case della città, se non vi fossero le caverne ed i laghi ad accoglierne le acque.

Esse sono state costruite di mattoni cotti, tutta l’opera è spalmata di bitume. Un ponte di pietra, gettato attraverso il fiume, congiunge la città. Anche questo è stato annoverato tra le meraviglie d’Oriente: infatti l’Eufrate trasporta molto fango, che anche se viene del tutto eliminato per gettare le fondamenta, a stento si può trovare una base solida per erigere una costruzione. Inoltre la sabbia che si accumula alla base e le pietre su cui il ponte si regge, agglomerandosi rallentano il corso del fiume, che, così trattenuto, va a sbattere con maggior veemenza che se scorresse liberamente. Anche la rocca si estende per un circuito di venti stadi. Le fondamenta delle torri si prolungano nel terreno per trenta piedi, mentre la sommità della fortificazione arriva a ottanta piedi

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