Le meraviglie dell'India - Versione latino Curzio Rufo

Adeo in illa plaga mundus statas temporum vices mutat, ut, cum alia fervore solis exaestuant, Indiam nives obruant, rursusque, ubi cetera rigent, illic intolerandus aestus existat; nec, cur verterit se natura, causa.

Mare certe, quo adluitur, ne colore quidem abhorret a ceteris; ab Erythro rege inditum est nomen, propter quod ignari rubere aquas credunt. Terra lini ferax; inde plerisque sunt vestes. Libri arborum teneri, haud secus quam chartae, litterarum notas capiunt. Aves ad imitandum humanae vocis sonum dociles sunt "animalia invisitata ceteris gentibus, nisi invecta". Eadem terra rhinocerotas alit, non generat. Elephantorum maior est vis quam quos in Africa domitant, et viribus magnitudo respondet. Aurum flumina vehunt, quae leni modicoque lapsu segnes aquas ducunt. Gemmas margaritasque mare litoribus infundit; neque alia illis maior opulentiae causa est, utique postquam vitiorum commercium vulgavere in exteras gentes: quippe aestimantur purgamenta exaestuantis freti pretio, quod libido constituit.


In quella regione del mondo la terra varia il normale mutare delle stagioni a tal punto che, quando le altre zone avvampano sotto il calore del sole, le nevi ricoprono l’India, e viceversa, quando le altre terre gelano, lì ristagna un calore insopportabile; e non si conosce la causa del perché la natura si trasformi. Certamente il mare, da cui è bagnata, non differisce dagli altri nemmeno per il colore; il nome gli è stato imposto dal re Eritro, ragion per cui coloro che non lo sanno credono che le sue acque siano rosse. La terra è fertile di lino; da qui tutti ricavano le vesti. Le tenere cortecce degli alberi ricevono i segni delle lettere, non diversamente dalla carta. Vi sono uccelli che imparano facilmente ad imitare il suono della voce umana, “animali mai visti dalle altre genti, se non importati”. La stessa terra nutre rinoceronti, ma non li genera.

La forza degli elefanti è maggiore di quella che domano in Africa, e alla forza corrisponde la grandezza. I fiumi, che con lieve e moderato corso menano acque pigre, trasportano oro. Il mare lascia sulle spiagge gemme e perle; e per essi non vi è altra maggior causa di ricchezza, soprattutto dopo che hanno diffuso tra i popoli stranieri il commercio dei vizi: infatti i residui del mare che ribolle vengono valutati al prezzo che il loro arbitrio stabilisce.

Copyright © 2007-2024 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2024 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-03-31 09:47:02 - flow version _RPTC_G1.3