Turbamento dell'esercito di Alessandro per un'eclissi di luna - Versione Curzio Rufo

Prima fere vigilia, luna deficiens primum nitorem sideris sui condidit, deinde sanguinis colore suffuso lumen omne foedavit, sollicitisque sub ipsum tanti discriminis casum ingens religio et ex ea formido quaedam incussa est. Dis invitis in ultimas terras trahi se querebantur:

iam nec flumina posse adiri nec sidera pristinum servare fulgorem, vastas terras, deserta omnia occurrere; in unius hominis iactationem tot milium sanguinem inpendi, fastidio esse patriam, abdicari Philippum patrem, caelum vanis cogitationibus petere. Iam pro seditione res erat, cum ad omnia interritus duces principesque militum frequentes adesse praetorio iubet, Aegyptiosque vates, quos caeli ac siderum peritissimos esse credebat, quid sentirent expromere iubet. At illi, qui satis scirent temporum orbes inplere destinatas vices lunamque deficere cum aut terram subiret aut sole premeretur, rationem quidem ipsis perceptam non edocent vulgus. Ceterum adfirmant solem Graecorum, lunam esse Persarum, quotiensque illa deficiat, ruinam stragemque illis gentibus portenti; veteraque exempla percensent Persidis regum, quos adversis dis pugnasse lunae ostendisset defectio. Nulla res multitudinem efficacius regit quam superstitio: alioqui inpotens, saeva, mutabilis, ubi vana religione capta est melius vatibus quam ducibus suis paret. Igitur, edita in vulgus Aegyptiorum responsa rursus ad spem et fiduciam erexere torpentes.


Circa alla prima vigilia la luna, eclissandosi, dapprima occultò il fulgore del suo disco, indi bruttò la sua luce cospargendovi un colore sanguigno; allora nell'animo dei soldati, angustiati proprio all'approssimarsi di tanto rischio, penetrò una grande superstizione e da questa scaturì uno straordinario sgomento. Si dolevano di esser trascinati contro il volere degli dèi nelle più remote contrade. Ormai non si potevano più passare altri fiumi né gli astri mantenevano più il loro primitivo fulgore: non si presentavano loro se non terre devastate e regioni tutte deserte. Per la gloria di un solo uomo veniva speso il sangue di tante migliaia; si aveva in uggia la patria, non si voleva più riconoscere Filippo come padre; con vane fantasie si tentava di assalire il cielo. Già. si era prossimi alla sedizione, allorché Alessandro, imperterrito di fronte a ogni evento, ordinò ai comandanti e ai primari dell'esercito di presentarsi in gran numero davanti alla tenda del generale: e agli indovini egiziani, che riteneva fossero espertissimi di fenomeni celesti e di astri, comandò di dire il loro parere.

Ma essi, pur sapendo bene che il corso dei tempi compie cicli determinati e che la luna si eclissa o quando gira sotto alla terra o quando è coperta dal sole, non informano il volgo sulle nozioni da loro apprese; del resto affermano che il sole è dei Greci, la luna dei Persiani e che, ogniqualvolta questa si eclissa si presagiscono rovina e strage per quelle genti; e rievocano gli esempi degli antichi re della Persia, cui un'eclisse lunare mostrò che combattevano contro il volere degli dèi. Nessuna cosa guida una moltitudine più efficacemente che la superstizione; generalmente sfrenata, crudele, volubile, quando è stata colta da un vano scrupolo, obbedisce meglio agli indovini che ai capitani. Dunque i responsi degli Egiziani, resi di pubblica ragione, risollevarono alla speranza e alla fiducia i soldati intorpiditi

Copyright © 2007-2024 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2024 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-03-31 09:47:02 - flow version _RPTC_G1.3