Un'eclissi di luna - Versione latino Curzio Rufo e traduzione

Biduo ibi stativa rex habuit: in proximum deinde pronuntiari iter iussit. Prima fere vigilia, luna deficiens primum nitorem sideris sui condidit, deinde sanguinis colore suffuso lumen omne foedavit, sollicitisque sub ipsum tanti discriminis casum ingens religio et ex ea formido quaedam incussa est.

Dis invitis in ultimas terras trahi se querebantur: iam nec flumina posse adiri nec sidera pristinum servare fulgorem, vastas terras, deserta omnia occurrere; in unius hominis iactationem tot milium sanguinem inpendi, fastidio esse patriam, abdicari Philippum patrem, caelum vanis cogitationibus petere. Iam pro seditione res erat, cum ad omnia interritus duces principesque militum frequentes adesse praetorio iubet, Aegyptiosque vates, quos caeli ac siderum peritissimos esse credebat, quid sentirent expromere iubet
Il re rimase li accampato per 2 giorni quindi diede l'ordine di riprendere la marcia il giorno successivo.


Circa alla prima vigilia la luna, eclissandosi, dapprima occultò il fulgore del suo disco, indi bruttò la sua luce cospargendovi un colore sanguigno; allora nell'animo dei soldati, angustiati proprio all'approssimarsi di tanto rischio, penetrò una grande superstizione e da questa scaturì uno straordinario sgomento. Si dolevano di esser trascinati contro il volere degli dèi nelle più remote contrade. Ormai non si potevano più passare altri fiumi né gli astri mantenevano più il loro primitivo fulgore: non si presentavano loro se non terre devastate e regioni tutte deserte.

Per la gloria di un solo uomo veniva speso il sangue di tante migliaia; si aveva in uggia la patria, non si voleva più riconoscere Filippo come padre; con vane fantasie si tentava di assalire il cielo. Già. si era prossimi alla sedizione, allorché Alessandro, imperterrito di fronte a ogni evento, ordinò ai comandanti e ai primari dell'esercito di presentarsi in gran numero davanti alla tenda del generale: e agli indovini egiziani, che riteneva fossero espertissimi di fenomeni celesti e di astri, comandò di dire il loro parere

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