Nobile richiesta di Silosonte - Erodoto versione greco

NOBILE RICHIESTA DI SILOSONTE
VERSIONE DI GRECO di Erodoto
TRADUZIONE

A Silosonte capitò un vero colpo di fortuna: aveva preso un mantello rosso, se lo era gettato sulle spalle e stava girando per la piazza a Menfi, quando lo vide Dario, a quell'epoca semplice guardia del corpo di Cambise, un uomo quindi di relativa importanza:

Dario provò un vivo desiderio di quel mantello, si avvicinò dunque a Silosonte e chiese di poterlo comprare. Silosonte, accortosi che Dario ci teneva molto ad avere quel mantello, quasi per ispirazione divina gli disse: "Non intendo vendere questo mantello a nessun prezzo, ma, se le cose devono andare così, te lo regalo". Dario lodò le sue parole e si prese l'indumento. Silosonte era convinto di averlo gettato via scioccamente. Ma quando, trascorso un certo tempo, Cambise morì, i sette si ribellarono ai Magi e il regno, tra i sette, passò a Dario, Silosonte si rese conto che il potere regale era ormai nelle mani dell'uomo che gli aveva chiesto il mantello in Egitto, e a cui l'aveva donato. Si recò dunque a Susa e si mise a sedere sulla soglia della reggia proclamando di essere un benefattore di Dario.

Il custode della porta sentì le sue parole e andò a riferirle al re, il quale, pieno di meraviglia, sbottò: "E a quale benefattore greco devo essere grato io, che sono sul trono da così poco tempo? Sarà venuto un Greco sì e no, qui da noi, e io non ho alcun debito, per così dire, con nessuno di loro. Comunque fallo passare, voglio sapere qual è lo scopo delle sue parole". Il custode introdusse Silosonte; quando fu dentro, nel mezzo della sala, gli interpreti gli chiesero chi fosse e che cosa avesse fatto per dichiararsi benefattore del re. Silosonte rievocò per filo e per segno l'episodio del mantello e si presentò appunto come l'autore del dono. E Dario gli rispose: "Nobilissimo amico, tu sei quello che mi ha fatto un dono, quando ancora non avevo alcun potere; il dono era piccolo, ma la mia gratitudine sarà grande, come se oggi ricevessi da qualcuno qualcosa di grande davvero!

In cambio io ti regalo oro e argento a profusione, perché tu non possa pentirti di aver reso un piacere a Dario di Istaspe". Ma Silosonte replicò: "Sovrano, non darmi né oro né argento, piuttosto liberami Samo, la mia patria: ora, dopo la morte di mio fratello Policrate ucciso da Orete, si trova nelle mani di un nostro servo; salvala e affidala a me, senza spargere sangue e senza fare schiavi". Udita questa risposta, Dario decise di inviare un esercito agli ordini di Otane, uno dei sette congiurati, con l'incarico di eseguire quanto Silosonte aveva chiesto. Otane scese fino al mare e fece partire le truppe.

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