Otane propone la democrazia - versione greco Erodoto da Katà logon pag 275 n 155
OTANE PROPONE LA DEMOCRAZIA
VERSIONE DI GRECO di Erodoto
TRADUZIONE dal libro Katà logon - pag. 275 n. 155
ἐπείτε δὲ κατέστη ὁ θόρυβος καὶ ἐκτὸς πέντε ἡμερέων ἐγένετο, ἐβουλεύοντο οἱἐπαναστάντες τοῖσι Μάγοισι περὶ τῶν πάντων πρηγμάτων καὶ...
Traduzione n. 1
Quando il tumulto si placò e passarono più di cinque giorni, i capi della rivolta contro i maghi decidevano riguardo a tutte le questioni, e furono dette parole incredibili per alcuni greci, certamente furono dette.
Otane ordinò di porre il potere nelle mani dei persiani, parlando così: "mi sembra che nessuno di noi sia monarca; infatti non è né una cosa buona né una cosa piacevole.
Infatti avete visto a quanto arrivò la tracotanza di Cambise, e avete visto anche la tracotanza del mago. Come potrebbe essere la monarchia una cosa conveniente, alla cui irresponsabilità è lecito fare ciò che vuole? E infatti potrebbe allontanare dalle leggi stabilite il migliore di tutti gli uomini investito da questo potere.
Infatti la tracotanza nasce in lui a causa dei beni presenti, l'invidia è radicata nell'uomo dalla nascita. Avendo questi due vizi ha tutte le qualità malvagie: infatti fa molte cose con folle orgoglio pieno di arroganza, altre pieno di invidia".
Traduzione n. 2
Dopo che il tumulto si fu quietato e furono passati cinque giorni, quelli che si erano ribellati ai Magi tenevano un consiglio su tutto il complesso delle Faccende dello stato, e furono pronunciati discorsi incredibili sì ad alcuni dei Greci, ma pure furono pronunciati.
Otane invitava a porre il potere nelle mani di tutti i Persiani dicendo questo: "A me sembra opportuno che nessuno divenga più nostro monarca, perché non è cosa né piacevole né conveniente.
Voi sapete infatti l’insolenza di Cambise a qual punto è giunta, e avete provata anche l’arroganza del Mago. Come dunque potrebbe essere una cosa perfetta la monarchia, cui è lecito far ciò che vuole senza doverne render conto? Perché anche il migliore degli uomini, una volta salito a tale autorità, il potere monarchico lo allontanerebbe dal suo solito modo di pensare.
Dai beni presenti gli viene infatti l’arroganza, mentre sin dalle origini è innata in lui l’invidia. E quando ha questi due vizi ha ogni malvagità, perché molte scelleratezze le compie perché pieno di arroganza, altre per invidia.
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