Feroce per istinto

Cum se ferarum regem leo fecit, aequitatis famam obtinere cupiebat; itaque a pristina consuetudine deflexit et inter illas, tenui cibo contentus, sancta iura incorrupta fide reddebat....

Quando il leone si proclamò re degli animali, desiderava ottenere fama di imparzialità; perciò si allontanò dall'antica consuetudine e tra quelle, contento di poco cibo, ripristinava i sacri diritti con incorrutibile lealtà.

Ma poiché non fu capace di mutare la natura, cominciò a portare alcuni in disparte e ad interrogarli: "La mia bocca puzza?". Se uno rispondeva "Puzza", lo divorava, e se uno rispondeva "Non puzza" lo sbranava, uccidendo tutti ugualmente.

Dopo che aveva fatto ciò a molti animali, ordinò ad una scimmia di venire e la interrogò. Quella rispose che la sua bocca profumava di cannella come gli altari degli dei. Il leone in verità arrossì, ma cercò un altro inganno per colpire la scimmia. Simulò di essere stanco: ai medici fu ordinato di accorrere immediatamente, ma, non appena ebbero osservato bene le vene e ebbero visto il polso sano, lo persuasero a prendere qualche cibo che fosse facile a digerirsi e che sopportasse il peso della digestione.

Ma il leone disse: "Non conosco la carne della scimmia: vorrei provarla" e ordinò immediatamente che la scimmia fosse uccisa e che la sua carne venisse subito mutata in cibo.

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