Il pavone si lamenta con Giunone della sua voce - Fedro VERSIONE latino e traduzione

Il pavone si lamenta con Giunone della sua voce Fedro versione di latino e traduzione

Pavo vocem suam aegre ferebat et saepe lusciniae vocem laudabat. Dum parva avis in silva canit pavo clam audiebat et miram eius vocis suavitatem imitari volebat....

Traduzione n. 1

Il pavone sopportava malvolentieri la sua voce e spesso lodava la voce dell' usignolo. Mentre il piccolo uccellino cantava nel bosco, il pavone di nascosto lo ascoltava e voleva imitare la soavità e la meraviglia della sua voce.

Quando infatti il superbo pavone cantava davanti alle ali dell' uccello, la sua voce era sempre stonata e spiacevole, perciò era deriso da tutti. Allora quello, dopo che aveva spesso sopportato le offese, andò da Giunone e pianse sulla sua ingiusta sorte: a causa della soavità della voce l' usignolo era ammirato da tutti, il pavone, invece, re degli uccelli, provocava il riso di tutti.

La regina degli dei, dopo aver sentito il suo lamento, volle offrire sollievo all' animale e lodò molto la sua bellezza. Ma il pavone rispose alla dea: " Non gioisco per la mia muta bellezza, quando sono deriso da tutti a causa della mia voce stonata. " E Giunone irata disse: " Le doti furono date dalla Natura agli animale: l' aspetto al pavone, le forze all' aquila, l' astuzia alla volpe, la fedeltà al cane, la soavità della voce all' usignolo.

Tutti gli animali furono contenti delle loro doti: quindi il tuo lamento è inutile. Vai via, se non vuoi perdere la tua bellezza!"

Traduzione n. 2

Ii pavone mal sopportava la sua voce e lodava spesso la voce dell'usignolo. mentre il piccolo uccello canta, il pavone ascoltava di nascosto e voleva imitare la meravigliosa soavità della voce.

infatti quando il superbo pavone cantava in presenza di altri uccelli, la sua voce era sempre stonata e sgradevole, e così era deriso da tutti. allora quello, dopo che spesso aveva sopportato oltraggi, andò da Giunone e gemette sulla sua ingiusta sorte: l'usignolo per la soavità della sua voce era ammirato da tutti, invece il pavone, re degli uccelli, quando cantava faceva ridere tutti.

la regina degli dei, dopo che aveva uditola sua lamentela, volle offrire un conforto all'animale e lodò molto la sua bellezza. ma il pavone rispose alla dea: "non mi rallegro per la mia silenziosa bellezza, quando sono deriso da tutti per la mia voce stonata" e giunone adirata per l'ostinazione del pavone, disse: "le doti sono date agli animali dalla natura: la pavone la forma, all'aquila la forza, alla volpe l'astuzia, al cane la fedeltà, e la soavità della voce all'usignolo.

tutti gli animali sono contenti per le loro doti: dunque la tua lamentela è inutile. vai via, se non vuoi perdere la tua bellezza!"

Copyright © 2007-2024 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2024 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-03-31 09:47:11 - flow version _RPTC_G1.3