Arroganza della figlia di Claudio Cieco (Versione latino Gellio)

Arroganza della figlia di Claudio Cieco
versione latino Gellio e traduzione

Appi illius Caeci filia a ludis, quos spectaverat, exiens turba undique confluentis fluctuantisque populi iactata est....

La figlia di quel famoso Appio Cieco, mentre usciva dai ludi a cui aveva assistito, fu sballottata da una marea di gente ondeggiante che si riversava da tutte le parti.

E, uscita di là, dicendo di essere stata maltrattata: "Che cosa mi sarebbe capitato ora, disse, quanti spintoni e gomitate in più mi sarei presa, se Publio Claudio, mio fratello, nella battaglia navale non avesse perduto la flotta di navi insieme ad un gran numero di cittadini?

Di certo sarei morta schiacciata da una folla di gente (che) adesso (sarebbe stata) maggiore. Ma voglia il cielo che torni a vivere (mio) fratello e che conduca in Sicilia un’altra flotta e che mandi in malora codesta marmaglia che ora mi ha, povera me, tutta ammaccata!". Per queste parole così astiose e così crudeli di (quella)

donna Gaio Fundanio e Tiberio Sempronio, edili della plebe, le inflissero una multa di venticinquemila assi pesanti.

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