Leggende sulla vita del poeta tragico Euripide (Versione latino Gellio)

Leggende sulla vita del poeta tragico Euripide
versione latino Gellio traduzione libro
Corso di Lingua Latina vol. B

Euripidi poetae matrem Theopompus agrestia olera vendentem victum quaesisse dicit.Patri autem eius nato illo responsum est a Chaldeis eum...

Teopompo afferma che la madre del poeta Euripide andava in cerca di cibo vendendo legumi selvatici.

Tuttavia, a suo padre – quand’egli – fu predetto dai Caldei che quel fanciullo, una volta cresciuto, sarebbe diventato un vincitore nei combattimenti; tale era il destino di quel fanciullo (dativo di possesso). Il padre, supponendo che (Euripide) dovesse divenire un atleta, dopo aver fatto irrobustire ed esercitare il corpo del proprio figlio, lo condusse ad Olimpia affinché combattesse (certaturum, participio futuro con val. finale) tra altri giovani atleti. Ma alla prima gara (Euripide) non fu ammesso per per età incerta; ovvero, se rientrasse o meno nei limiti stabiliti]; (ma) in seguito gareggiò nei giochi di Eleusi e di Teseo, e fu incoronato (vincitore).

Poi, passato dall’esercizio del fisico al desiderio di istruire (piuttosto) la mente, (Euripide) divenne discepolo di Anassagora, filosofo della natura, e di Prodeico, retore, mentre – in filosofia morale – di Socrate. Cominciò a scrivere tragedie a 18 anni. Filocoro narra che nell’isola di Salamina vi è una caverna tetra ed orrida, nella quale Euripide avrebbe scritto [scriptarit = scriptaverit; cong. obliquo] le (proprie) tragedie. (Inoltre,) fama vuole [dicitur] che egli provasse grande antipatia per quasi tutte le donne [= misoginia], sia perché (già) per natura ebbe avversione per il genere femminile sia perché aveva avuto – contemporaneamente – due mogli, del cui vincolo matrimoniale era infastidito (costr.

impersonale; regge gen.). Egli , al tempo in cui si trovava in Macedonia, ospite del re Archelao – di cui divenne intimo amico – mentre ritornava di notte da una cena con lui, venne sbranato da cani lanciati (contro di lui) da un rivale, da tali ferite (riportate) seguì la morte.

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