Circe e i compagni di Odisseo - versione greco Omero

CIRCE E I COMPAGNI DI ODISSEO
VERSIONE DI GRECO di Omero
TRADUZIONE

Quindi io dividevo in due parti tutti i compagni dai begli schinieri, e diedi a entrambi una guida; mentre io ero guida per alcuni, il divino Euriloco per altri.

Agitavamo velocemente le sorti nell’elmo di bronzo e saltò fuori (tocco) per sorte al magnanimo Euriloco. Si avviò per andare, insieme a ventidue compagni piangenti e piangenti lasciarono a noi dietro. Nella vallata trovarono la casa di Circe ben costruita di pietre levigate, in un luogo ben visibile. Intorno c’erano lupi montani e ugualmente leoni, che ella aveva ammaliato dandogli filtri maligni. Essi non assalirono gli uomini ma scodinzolando con le lunghe code si alzarono. Come quando i cani scodinzolano al padrone che torna da pranzo; infatti porta bocconi atti a calmare la furia della fame; così i lupi dalle forti unghie e i leoni scodinzolavano a loro: loro ebbero paura quando videro i terrificanti mostri.

Si fermarono davanti alla porta della dea dalla bella chioma, sentivano Circe che dentro cantava con bella voce, percorrendo il grande immortale telaio, come le dee svolgono opere tenui graziose splendide. E tra essi cominciò a parlare Polite, capo di uomini, che mi era tra i compagni il più caro e fidato: “O cari, qui dentro percorrendo il grande telaio, canta in modo perfetto che ne risuona tutto il suolo della casa una dea o una donna: orsù presto gridiamo”. Disse così, ed essi la chiamarono gridando. quella essendo uscita subito aprì le porte lucenti e li invitò: quelli tutti insieme la seguirono per ignoranza; Euriloco restò indietro, pensò che fosse un inganno. Avendoli guidati li fece sedere su sedie e su troni: a quelli mescolava dentro il vino di Pramno formaggio grattugiato, farina e miele giallo; mischiò nel cibo anche funesti farmaci, perché scordassero del tutto la patria terra.

Dopoché lo diede e lo bevvero, li tocco subito con la verga percuotendoli li rinchiuse nei porcili. Essi avevano il corpo, le voci, le setole e l’aspetto dei porci, ma la mente era salda come in passato. Così essi furono chiusi piangenti; Circe gli gettò da mangiare le ghiande le ghiande di leccio e di quercia e il frutto della corniola, che sempre i maiali che giacciono per terra mangiano.

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