Il mito di Eco e Narciso (Versione Greco Platone)

Il mito di Eco e Narciso
Autore: Sconosciuto

Tornato dalla caccia Narciso, sopraggiungeva ad una sorgente e spinto dalla sete protraeva il corpo in avanti verso la meravigliosa acqua per dissetarsi.

Scorgeva così la sua immagine nelle acque e rimirava con ammirazione la sua bellezza, non accorgendosi che l’acqua era per lui come uno specchio. Narciso, schiacciato da un’inesprimibile emozione, non smetteva più di rimirare l’immagine nell’acqua e non si allontanava mai dalla sorgente; così si consumava (sottinteso d’inedia) finché moriva.

Trasmessasi la notizia di (questa) sventura nella regione, arrivavano addolorate non solo le Ninfe ma anche Eco, non più arrabbiata con Narciso.

Vicino alla fonte non trovano (meglio tradurre con perfetto=trovarono) però il corpo del giovane ma un fiore denominato “narciso”. Così gli dei avevano stabilito di rendere onore all’infelice sorte del giovane.

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