la battaglia di Cunassa (Versione greco Senofonte)

La battaglia di Cunassa
Autore: Senonfonte

Le due falangi non distavano più di 3 o 4 stadi l’una dall’altra, quando i Greci intonarono il peana e cominciarono a marciare contro i nemici.

Mentre dunque essi marciavano, dal momento che una parte dell’esercito avanzava ondeggiando, quella rimasta indietro iniziava a correre a passo di carica. E contemporaneamente tutti levarono un grido come quando lo si eleva ad Enialio, e tutti ormai correvano. Dicono dunque alcuni che fecero persino rimbombare gli scudi contro le lance, incutendo paura ai cavalli. Prima che le frecce arrivino a segno, i barbari si ritirano e fuggono. E allora sì che i Greci prendevano ad inseguirli a gran velocità, ma si gridavano l’un l’altro di non procedere alla carica, ma di inseguirli rimanendo in formazione. Ed i carri erano trascinati alcuni tra i nemici, altri tra i Greci, senza aurighi.

Tuttavia essi, ogni qual volta li avvistavano, si ponevano a distanza; ci fu anche chi si lasciò sorprendere, quasi sbigottito dalla corsa del carro; e dicono che nemmeno questi ultimi subirono ferite, e nessun altro tra i Greci venne ferito in questa battaglia, eccetto qualcuno che – si dice – fu ferito nell’ala sinistra. Ciro dunque, dato che vedeva che i Greci stavano avendo il sopravvento sulla parte avversaria che stava loro di fronte e che si gettavano all’inseguimento, benchè si rallegrasse e fosse ormai riverito come re da quelli del suo seguito, neppure allora si lasciò convincere ad inseguirli, anzi, mantenendo in file serrate lo schieramento dei 60 cavalieri della guardia del corpo, si chiedeva cosa avrebbe fatto il re. E infatti sapeva che il re si trovava nel mezzo dell’esercito persiano.

E tutti i comandanti dei barbari guidano tenendo la posizione centrale delle proprie truppe, poiché credono in tal modo di essere anche nel punto più sicuro, qualora le loro schiere si trovino disposte sui due lati. Inoltre, se avessero la necessità di inviare qualche messaggio, l’esercito potrebbe sentirlo nella metà del tempo.

DA ALTRO LIBRO DI TESTO SCOLASTICO

Era già mezzogiorno e non si vedevano ancora i nemici; quando arrivò il pomeriggio, dapprima apparve un polverio come una Nuvola bianca, dopo molto tempo come una macchia scura nel piano per un lungo tratto.

Quando furono più vicino, sia immediatamente qualcuno fece scintillare le armi, sia le lance e gli altri oggetti diventarono più visibili. E vi erano cavalieri dalla bianca corazza nellato sinistro dei nemici, Tissaferne era detto comandante di questi, coloro che avevano uno scudo di vimini, ed erano seguiti dagli opliti con scudi di legno e lunghi fino ai piedi.

Questi erano detti essere gli Egiziani, e gli altri cavalieri e arcieri procedevano. E tutti questi marciavano divisi per razze in un quadrilatero pieno di uomini, davanti ad essi marciavano carri che distavano molto l'uno dall'altro, che erano chiamati "falcati", ed avevano delle falci pendenti dalle assi di traverso e disposte sulle casse verso terra, così da uccidere chiunque si incontrasse. Il proposito era che andassero contro le schiere dei Greci e che le abbattessero.

Dal libro REMATA

quando avvenne la fuga si disperdono anche i 600 di ciro avendo cominciato l'inseguire tranne assai pochi intorno a lui furono catturati all'incirca quelli chiamati commensali.

essendo con questi vede il re e la moltitudine intorno a quello e subito non si trattenne ma avendo detto: "vedo l'uomo" si affrettava contro quello e lo colpivo nel petto e lo feriva attraverso la corazza come afferma il medico ctesia, e afferma di avergli curato la ferita.

un tale feriva con una lancia violentemente sotto l'occhio quello che colpiva, e combattendo lì il re, ciro e quelli che parteggiavano per l'uomo e per l'altro quanti tra quelli del re morivano lo disse ctesia; infatti si trovava vicino a quello. sia ciro in persona mori sia i suoi migliori 8 giacevano su di lui.

artaparte molto fiducioso diceva a quello che il resvitore del re dopo che vide ciro caduto sceso da cavallo si butto su di lui. ed alcuni dicono che il re ordinò a qualcuno di sgozzarlo su ciro, altri che lo strangolò di persona tirando la scimitarra.

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