La gradazione delle colpe - versione greco Marco Aurelio Didaxis

LA GRADAZIONE DELLE COLPE
VERSIONE DI GRECO di Marco Aurelio
TRADUZIONE dal libro Didaxis

Φιλοσόφως ὁ Θεόφραστος ἐν τῇ συγκρίσει τῶν ἁμαρτημάτων, ὡς ἄν τις κοινότερον τὰ τοιαῦτα συγκρίνειε, φησὶ βαρύτερα εἶναι τὰ κατ ἐπιθυμίαν πλημμελούμενα τῶν κατὰ θυμόν....

Traduzione n. 1

Teofrasto da vero filosofo afferma che sono più gravi quelle commesse per concupiscenza di quelle commesse per ira.

L'individuo adirato, infatti, sembra voltare le spalle alla ragione in uno stato di sofferenza e di latente contrazione, mentre chi sbaglia per concupiscenza, vinto dal piacere, risulta in un certo senso più intemperante e femmineo nelle proprie mancanze.

Quindi è corretta e filosoficamente apprezzabile l'opinione di Teofrasto secondo cui l'errore che si accompagna al piacere è soggetto a imputazione più grave di quello che si accompagna al dolore; in sintesi: nel primo caso l'individuo è assimilabile a chi ha patito un'ingiustizia e dalla sofferenza è stato inevitabilmente spinto all'ira, mentre nel secondo la persona ha tratto da se stessa l'impulso a commettere ingiustizia, lasciandosi trascinare ad agire per concupiscenza

traduzione n. 2

Teofrasto da vero filosofo, facendo il confronto fra le diverse colpe, afferma che, come si giudicano la maggior parte delle volte tali fatti, che le colpe commesse per brama sono piú gravi di quelle commesse per ira.

E' evidente infatti che chi è dominato dall'ira si svia dalla ragione non senza una certa sofferenza e turbamento interiore segreto; chi invece pecca per concupiscenza, soggiogato dal piacere, sembra più sregolato ed effemminato nella colpa.

Quindi egli diceva giustamente ed in un modo che confaccia ad un filosofo che la colpa accompagnata da un senso di piacere, merita un rimprovero più grave di quella legata ad un sentimento di dolore.

Per tanto, l'uno assomiglia piuttosto a colui che ha precedentemente subito un' offesa ed è costretto dal dolore ad arrabbiarsi, l'altro di sua volontá si appresta a commettere il male, trascinato dalla brama a commettere qualche azione cattiva.

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