La sorte di chi tradisce (Versione greco Isocrate)

La sorte di chi tradisce
Autore: Isocrate
dal libro greco nuova edizione

Οί λύκοι τοις κυσίν ελεγον «Δια τί, δμοιοιί^ντε| ήμΐν εν πασιν1, ούχ όμοφρο^ ήμΐν ως αδελφοί; ουδέν2 γαρ υμών διαλλάττομεν, πλην τη γνώμη....

Dicevano i lupi ai cani : “Per quale ragione, poiché siete somiglianti a noi, non siete in armonia con noi come (sott. Se fossimo) fratell ? Non siamo dissimili da voi infatti in nulla, eccetto che per capacità di giudizio.

Inoltre noi viviamo insieme in libertà, voi invece, sottomettendovi agli uomini e servendoli, subite da questi percosse, e avete addosso le catene, e preservate le greggi;

quando poi (gli uomini) mangiano, vi buttano (in terra) solo le ossa. Ma qualora ci date ascolto, consegnate a noi tutte le pecore e teniamole tutte in comune, mangiando a sazietà “. Dunque i cani obbedivano a queste richieste;

ma quelli, entrando dentro la stalla, subito (letteralmente per prima cosa) uccidevano i cani. La favola dimostra che quelli che tradiscono le loro patrie ricevono siffatti compensi

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