PINDARO - OLIMPICHE Ode Olimpica XI

Pindaro OLIMPICHE Ode Olimpica XI
Per Hagesidamos di Locri Epizeferi, pugile ragazzo

Ἔστιν ἀνθρώποις ἀνέμων ὅτε πλείσταχρῆσις· ἔστιν δ' οὐρανίων ὑδάτων, ὀμβρίων παίδων νεφέλας·εἰ δὲ σὺν πόνῳ τις εὖ πράσσοι, μελιγάρυες ὕμνοι...

TRADUZIONE

Talvolta per l'uomo la cosa più utile
è il vento; altra volta le acque celesti,
figlie piovose della nuvola.
Quando lo sforzo trionfa, inni di miele
sono preludio di voci
future e promessa giurata per gesta grandi.
Scevra d'invidia questa lode
sta per chi vince ad Olimpia: ed è pascolo
della mia lingua, invitante -.
ugualmente dal dio l'uomo fiorisce in arti sagge.
Ora sappi, figlio di Archéstratos,
Hagesídamos: per il tuo pugilato
un dolce ornamento di canti porrò risonante
sulla corona di aureo ulivo,
onorando la stirpe dei Locri Zephýrioi.
Al loro corteo adunatevi; io vi prometto,
o Muse: una gente ospitale
ed esperta del bello, alta
in sapienza e guerriera incontrerete.
Perché - la fulva volpe e i leoni
uggenti non mutino l'indole innata!

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