I plebei si ribellano ai patrizi

traduzione ad litteram
Et temporibus regum et maxime post reges inter patres plebemque ... Romae legibus consul plebeius fuit

E nelle stagioni dei re e soprattutto dopo i re, tra i patrizi e la plebe esistettero molti motivi di disaccordo.

Infatti, dopo che i Romani avevano allontanato dalla città i re, i patrizi possedevano ricchezza, sostanze, beni e onori, la plebe, invece, sopportava il lavoro e la fatica, si assumeva i pericoli della guerra, pagava le tasse e non aveva mai parte nell'amministrazione dello Stato. Pertanto la città era retta dalla superbia dei patrizi, non dalla forza del diritto e la plebe viveva in grande povertà.

Un giorno la plebe decise di abbandonare la città e si ritirò sul Monte Sacro. Dal momento che i campi non erano più coltivati né i pastori conducevano ai pascoli le pecore e i buoi, i patrizi mandarono luogotenenti alla plebe e per mezzo dei luogotenenti dissero alla plebe: "Rinunciate al vostro proposito e tornate in città:

non solo voi avrete pericoli, non solo voi fatiche, non solo voi tasse; anche voi avrete ricompense e onori". Quando la plebe discese dal monte, i patrizi mantennero le promesse e crearono i tribuni della plebe. Non molti anni dopo a Roma ci fu un console plebeo.

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