Alessandro Magno a Isso

Alexander non ducis magis quam militis munia exsequebatur, optimum decus caeso rege expetens...leviter mucrone perstrictum est.

TESTO LATINO COMPLETO

Alessandro svolgeva i compiti di comandante, non meno che di soldato, ricercando il supremo onore di uccidere il re: infatti Dario si stagliava alto sul carro, grande incitamento sia per i suoi a proteggerlo che per i nemici ad assalirlo.

Allora suo fratello Oxatre, vedendo che Alessandro puntava su di lui, frappose davanti allo stesso carro del re i cavalieri di cui era al comando. Di molto superiore agli altri per armamento e forza fisica, straordinario come pochi per coraggio e magnanimità, famoso soprattutto in quella battaglia, stese al suolo alcuni che incautamente lo assalivano, altri li volse in fuga. Ma i Macedoni che si trovavano attorno al re, rafforzati da un reciproco incitamento, irruppero assieme a lui nella schiera dei cavalieri.

Allora la strage divenne davvero simile a una catastrofe. Attorno al carro di Dario giacevano i più insigni comandanti, caduti valorosamente davanti agli occhi del re, tutti proni sul viso, come erano caduti combattendo, crivellati di ferite sul petto.

Tra essi si riconoscevano Atizie, Reomitre e Sabace, satrapo dell'Egitto, comandanti di grandi eserciti: attorno ad essi era accatastata una massa alquanto indistinta di fanti e di cavalieri. Anche dei Macedoni caddero certo non molti, ma tuttavia i più risoluti: in mezzo a loro la coscia destra di Alessandro fu leggermente ferita da una spada.

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