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Bruto libera la città
versione di latino e traduzione dal Libro: Navigare

Sp. Lucretius pater et Cornelius cum L. Iunio Bruto comite Colatiam perveniunt et Lucretiam maestam in cubicolo inveniunt....

Spurio Lucrezio senatore e Collatino con Lucio Giunio Bruto, assieme al compagno giungono a Collazia e scoprono Lucrezia triste nel cubicolo.

Lucrezia, mentre piange, espone l'orribile azione di Sesto Tarquinio, e si dirige verso la vendetta; quindi estrae il coltello che aveva rimosso sotto la veste e conficca nella pancia. L'uomo e il padre alzano un grido di dolore e congiurano contro il re. Allora Bruto agita il popolo: nel Foro fa un orazione riguardo la violenza e la lussuria di Sesto Tarquinio, dello stupro vergognoso di Lucrezia e della morte miserabile; ricordò anche della superbia del re, della miseria e delle fatiche del popolo.

Dopo che aveva infiammato gli animi forti verso il desiderio di libertà, radunò una moltitudine di giovani e cerca di ottenere Ardea.

Quando la notizia dell'improvvisa rivolta giunge alle orecchie di Tarquinio, il re giunse a Roma con velocità da viaggio ma è escluso e espulso dalla città. Bruto è acclamato liberatore della patria e con Lucio Tarquinio Collatino è nominato console.

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